La cessazione della Decontribuzione Sud, lo strumento adottato nel 2021 dal Governo per contenere gli effetti negativi della pandemia da Covid sull’economia grazie a sgravi fiscali sulle assunzioni, «è una misura che ha contribuito alla creazione di milioni di posti di lavoro nel Mezzogiorno: eliminarla significa cancellare la possibilità di continuare a creare occupazione e di ridurre il gap con il Nord». Ne è convinto Sebastiano Ladisa, al vertice dell’ominima azienda attiva nel settore della ristorazione collettiva. L’imprenditore rivolge un appello a Raffaele Fitto, titolare degli Affari europei oltre che delle deleghe anche a Pnrr e Sud: «Chiediamo a Fitto, uomo prima ancora che ministro del Sud, di impegnarsi per una proroga della Decontribuzione, indispensabile perché il Mezzogiorno possa proseguire il cammino virtuoso intrapreso da qualche anno».
Secondo Antonio Vasile, presidente di Aeroporti di Puglia, quella della Decontribuzione Sud «non è una questione di colore politico, per questo facciamo tutti il tifo affinché il Fitto, come egli stesso ha annunciato, riesca a trovare una soluzione che non elimini questo vantaggio». Nel suo parallelo ruolo di imprenditore nel settore turistico-alberghiero, Vasile ha utilizzato lo strumento fiscale, messo a disposizione da Palazzo Chigi in tandem con la Commissione europea, che cesserà i suoi effetti dal prossimo primo luglio. «La Decontribuzione – puntualizza Vasile – non è solo un aiuto agli imprenditori, ma è soprattutto una sicurezza per i lavoratori, visto che in questo modo ottengono contratti a tempo indeterminato e di conseguenza la stabilità economica». Appena pochi giorni fa, «la Cgia di Mestre ha affermato che la Puglia può contare sul 6,3 per cento degli occupati in più e questa crescita è dovuta anche alla Decontribuzione per le nuove assunzioni». D’altronde, insiste il manager pugliese, «se si vuol far decollare la Zes strumenti come questi sono indispensabili perché sono interventi correlati».
Anche Vito Matteo Barozzi, amministratore unico della Cobar spa, conferma la necessità di poter disporre di interventi come la Decontribuzione: «In tre anni c’è stato di enorme aiuto – spiega l’imprenditore – per superare le contingenze del Covid, della guerra, dei bonus e del Pnrr». Infatti, grazie alla decontribuzione fiscale sulle assunzioni «è stato possibile formare anche dipendenti senior», visto che, soprattutto per le commesse ottenute con il bonus edilizio e con le opere del Pnrr, «abbiamo avuto bisogno di nuove maestranze, ovviamente da formare». Anche Barozzi auspica che vi siano presto nuovi strumenti soprattutto. «Inoltre – aggiunge l’imprenditore – è auspicabile che, a parità di costo lordo del dipendente, sia aumentata la quota che lo stesso percepisce in busta paga, così da poter offrire una giusta gratificazione e anche per dare un impulso a tutta l’economia del territorio». E di spinta alla crescita economica parla anche Patriza Lusi, consigliera di amministrazione di InnovaPuglia, la società in house della Regione che ha tra le sue mission gli aiuti alle imprese: «La decontribuzione non è solo un aiuto al Sud. Anzi, è un vantaggio anche per il Nord perché un Mezzogiorno che cresce è una spinta a tutta l’economia nazionale. Togliere questa misura significa quindi aumentare le difficoltà a tutto il Paese».