Settimana decisiva in Regione Puglia. Emiliano e il Pd verso il chiarimento

Settimana decisiva in Regione Puglia per l’atteso chiarimento di maggioranza fra il Partito Democratico ed il governatore Emiliano.

Si parte da un quadro ad altissima tensione alimentato da accuse, dispetti e veleni. Il tutto quando si è arrivati ormai a metà legislatura con l’esigenza di programmare il futuro (la successione del sindaco Decaro) da collegare al rafforzamento dell’alleanza con i Cinque Stelle. E proprio questi ultimi hanno chiesto al governatore Emiliano l’apertura di un tavolo tecnico sulle liste d’attesa.

La riprova, dicono dal gruppo regionale grillino, di una volontà di incidere sui temi concreti piuttosto che rivendicare poltrone per mettere sul piatto il grosso risultato ottenuto alle politiche. Su questo fronte l’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia ha rimesso la delega nella disponibilità di Emiliano – che non ha nessuna intenzione di rimuoverlo – nell’ottica di un rimpasto di giunta annunciato per rilanciare l’attività di governo.

Prima, però, il gruppo Pd è chiamato a chiarire i rapporti con lo stesso governatore e la minoranza dem guidata dai consiglieri regionali Fabiano Amati e Ruggero Mennea. Il capogruppo Filippo Caracciolo convocherà fra mercoledì e giovedì la pattuglia regionale per rimettere in riga i dissidenti dando seguito alla richiesta di Emiliano di isolarli, prendere le distanze e silenziare le critiche.

Il tutto in un clima incandescente che ha raggiunto l’apice con le scintille scoppiate nell’ultima seduta consiliare in cui è stata rinviata la legge anti Cassano e azzoppata quella sul fine vita proposta da Amati. Per tutta risposta quest’ultimo insieme ad altri colleghi Pd sta ipotizzando la creazione di un sottogruppo ispirato al buon governo del sindaco Decaro in seno alla maggioranza con l’opzione di un appoggio esterno per condizionare lo “strapotere” di Emiliano.

Il sindaco di Bari, tuttavia, s’è detto estraneo all’iniziativa e pare stia facendo di tutto per farla rientrare. Il tema, però, è destinato a tenere banco nell’ambito del chiarimento di metà settimana. Il capogruppo Caracciolo annuncia che sventolerà una serie di cartellini gialli nei confronti di dissidenti, l’ultimo avviso prima della possibile rottura. Se la fronda non tornerà nei ranghi, infatti, potrebbe finire dritta dinanzi alla commissione disciplinare del Pd a Roma con la possibilità estrema di un’espulsione dal partito considerando il boicottaggio alle recenti politiche da parte degli stessi dissidenti. Di qui la possibilità che si arrivi ad un punto di mediazione sull’agenda di governo per i prossimi mesi. Amati ha proposto un elenco di dieci priorità. Ad esempio la proposta di legge sulle liste d’attesa, sabotata in precedenza, con la sospensione delle visite a pagamento qualora i tempi d’attesa siano disallineati con quelli istituzionali. A seguire la difesa del Piano casa che il governo sta per rinviare alla Corte Costituzionale. Ancora, l’eutanasia pugliese impallinata anche con i voti del Pd, gli screening tumorali, l’urbanistica, l’eolico offshore, fino alla contestata riforma di Arpal e la decadenza del direttore Cassano.

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