Non bastava l’impennata del prezzo di libri e corredo scolastico, aumentato di oltre il 10%. L’ennesima batosta sui pugliesi arriva con i tablet che i vertici di molte scuole impongono di acquistare alla “modica cifra” di 800 euro e per i quali alcune famiglie sono costrette a indebitarsi.
L’“obbligo”
Proprio in queste ore, quando al suono della campanella mancano due settimane, le famiglie sono alle prese con l’acquisto del tablet. Si tratta di dispositivi il cui utilizzo è previsto nella stragrande maggioranza delle scuole superiori, medie e persino nelle ultime tre classi delle elementari. Nulla di strano: anche l’istruzione è protagonista, ormai da anni, di una fondamentale svolta tecnologica. Il problema è che gli istituti costringono le famiglie ad acquistare un modello di iPad (il tablet della Apple) che costa la bellezza di 800 euro. Per la verità, non si tratta di un obbligo: le scuole “suggeriscono” ai genitori di procurare determinati dispositivi ai figli, ma l’acquisto di un tablet diverso ostacola o addirittura impedisce agli stessi ragazzi di esercitarsi. «Quando ci hanno detto di comprare l’iPad – raccontano i genitori di uno studente iscritto alla quarta elementare di un istituto comprensivo barese – abbiamo fatto presente di avere già a disposizione un tablet diverso. Ci è stato risposto che quel dispositivo non sarebbe stato compatibile con i programmi per la didattica».
La spesa
Gli 800 euro non sono l’unica spesa che le famiglie devono sostenere. Già, perché bisogna pagare anche la configurazione del tablet da parte di un tecnico specializzato. E a questo si aggiunge il costo dei libri cartacei ai quali comunque non si rinuncia. «Se il tablet sostituisse i manuali – sostengono i genitori di una 14enne iscritta al primo anno di un istituto tecnico-commerciale barese – la spesa iniziale potrebbe poi essere ammortizzata. Invece non è così e il tablet, configurato solo per l’attività didattica, non può successivamente essere utilizzato per altri scopi, se non dopo averlo fatto “sbloccare” da un tecnico». Ecco perché molti dispositivi, al termine del ciclo di studi, restano inutilizzati.
I debiti
Le spese legate al tablet non sono alla portata di tutte le famiglie. Le più penalizzate sono quelle monoreddito, magari con più figli. Alcune scuole contribuiscono all’acquisto del dispositivo da parte dei nuclei più disagiati; altre comprano un certo numero di dispositivi per poi darli in comodato a chi ha più bisogno; altrove, invece, non c’è alcuna forma di sostegno. «Il risultato – sottolinea Dario Durso, avvocato del Codacons di Bari – è che sempre più famiglie chiedono finanziamenti per l’acquisto di uno strumento ritenuto fondamentale per la didattica».