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Salvini-Tajani, sì a Fitto: ok alla candidatura del ministro a commissario Ue

Giorgia Meloni incassa il placet dei due vicepremier e tira dritto verso l’indicazione di Raffaele Fitto quale commissario europeo per l’Italia. Nella giornata di ieri sia Antonio Tajani che Matteo Salvini pubblicamente hanno detto sì al ministro degli Affari europei con deleghe a Sud, Coesione territoriale e Pnrr. Le parole di Tajani e Salvini In…

Giorgia Meloni incassa il placet dei due vicepremier e tira dritto verso l’indicazione di Raffaele Fitto quale commissario europeo per l’Italia. Nella giornata di ieri sia Antonio Tajani che Matteo Salvini pubblicamente hanno detto sì al ministro degli Affari europei con deleghe a Sud, Coesione territoriale e Pnrr.

Le parole di Tajani e Salvini

In mattinata, all’interno di un’intervista a un quotidiano, il leader di Forza Italia a domanda specifica ha risposto: «Se ne parlerà con Ursula Von der Leyen, io credo che lui sarebbe la scelta migliore. È preparato e ha esperienza in Europa, fondamentale per trattare i dossier. Sostituirlo come ministro non può essere un problema: tanti conoscono le dinamiche di un ministero in Italia, pochissimi quelle europee, e lui le conosce. È l’uomo giusto», chiosa il ministro degli esteri che dell’Unione europea è stato presidente del Parlamento. Poche ore dopo, all’interno di una diretta social, il segretario della Lega rinforza il nulla osta: «Fitto ha tutti i numeri per essere un ottimo commissario europeo indicato da questo Governo».

La road map di Meloni

Ottenuto il via libera dai soci di maggioranza, la roadmap di Meloni potrebbe prevedere un atto formale in consiglio dei ministri, probabilmente giovedì 29 agosto il giorno prima della scadenza dei termini, fissati dalla presidente della Commissione europea nella lettera inviata ai 27 Paesi dell’Unione subito dopo la sua elezione da parte del Parlamento di Strasburgo a metà luglio con cui ha chiesto di indicare i nomi di coloro che siederanno nell’esecutivo comunitario.

Quindi, per Fitto la strada verso palazzo Berlaymont sembra spianata. Anche le ipotesi che una delega di minor peso possano indurre Palazzo Chigi a virare su un nome alternativo come la direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, o il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, sembrano più exit strategy che vere opzioni. Resta solo il nodo di come e quanto spacchettare il portafoglio di deleghe detenuto da Fitto, ma su questo ci saranno tempi e modi per stabilire criteri e competenze a partire dall’ipotesi di un ritorno al Ministero dell’economia del pacchetto Pnrr, che sembra essere stata l’offerta alla Lega da parte di Fratelli d’Italia per il via libera a Fitto.

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