Rinnovo commissioni del Consiglio regionale della Puglia: slitta tutto a gennaio

Il palazzo del Consiglio regionale della Puglia in via Gentile a Bari

È stata rinviata a gennaio la decisione sulla nuova composizione delle commissioni del Consiglio regionale della Puglia.

È quanto ha stabilito la conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari, su richiesta della maggioranza di centrosinistra, «al fine di assicurare il corretto e spedito funzionamento della seduta di assestamento di bilancio e dell’imminente sessione di bilancio», si legge in una nota dell’ufficio stampa del Consiglio regionale pugliese.

Alla capigruppo di stamattina non ha partecipato il centrodestra per protestare contro l’ennesimo rinvio: il rinnovo dei componenti delle commissioni era previsto già da fine giugno ma non essendoci un accordo nel centrosinistra l’appuntamento è stato sempre rinviato.

In ballo c’è la presidenza della commissione Bilancio, oggi presieduta da Fabiano Amati, consigliere e commissario regionale di Azione. Il Pd rivendica quella presidenza.

«Neppure in un Consiglio comunale. Anzi peggio», dichiarano in una nota congiunta i gruppi di opposizione Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e La Puglia Domani. «Qui siamo oltre l’espropriazione delle prerogative in capo ai singoli consiglieri, qui siamo alla mancanza di rispetto del ruolo dei singoli, ma anche della politica, quella con la “p” maiuscola che Emiliano ha ridotto alla “pezza da piedi”, con una maggioranza rosso-gialla totalmente succube della sua follia politica della sua fame di consenso, dei suoi inciuci. Per cui il rinnovo delle Commissioni consiliari, degli organi determinanti per la vita della Regione Puglia, diventano una merce di scambio becero e indegno», aggiungono i gruppi di opposizione.

«Il tutto – riferiscono – con la benedizione dell’inadeguata presidente del Consiglio, Loredana Capone che rappresenta tutti i 50 consiglieri e, invece, è diventata il braccio operativo o armato di Emiliano: convoca e sconvoca riunioni di capigruppo come se fossero la chiamata alla comitiva per andare o non andare a fare una pizza. È il segno di un decadimento dell’istituzione e della politica totali che inizia dalla testa: Emiliano da parte, Capone dall’altra».

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