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Regione Puglia, Vendola e Avs frenano Antonio Decaro: «Parliamo prima dei programmi»

Rieccolo! L’appellativo che negli anni ottanta del secolo scorso Indro Montanelli coniò per Amintore Fanfani, approdato dopo un decennio nuovamente alla presidenza del Consiglio dei ministri, lo indossa con precisione Nichi Vendola, tornato in Puglia e non per una amarcordica reunion di nostalgici reduci e combattenti del decennio rosso, tra il 2005 e il 2015,…

Rieccolo! L’appellativo che negli anni ottanta del secolo scorso Indro Montanelli coniò per Amintore Fanfani, approdato dopo un decennio nuovamente alla presidenza del Consiglio dei ministri, lo indossa con precisione Nichi Vendola, tornato in Puglia e non per una amarcordica reunion di nostalgici reduci e combattenti del decennio rosso, tra il 2005 e il 2015, che lo ha visto alla guida della Regione Puglia. No, l’ex governatore con l’orecchino si è materializzato a Bari per l’incontro regionale di Alleanza verdi e sinistra e da lì lancia un vero manifesto con cui ipotizza quel che sarà la Regione da qui al 2050; un quarto di secolo come deadline per un nuovo progetto di Primavera pugliese.

L’arringa

Non solo, il politico–poeta ne ha anche per il suo successore, Michele Emiliano, e per quel candidato in pectore, rappresentato dall’europarlamentare ed ex sindaco di Bari, Antonio Decaro: «è una risorsa del centrosinistra ma questo è un mettere il carro davanti ai buoi. La necessità fondamentale è discutere di che idea di Puglia abbiamo» afferma Vendola che aggiunge «qual è la Puglia che immaginiamo nei prossimi 25 anni. Da tutti i punti di vista: investimenti per i giovani, per la scuola, per il lavoro, per la protezione ambientale. Questo deve essere il centro della nostra iniziativa». Per dire che va bene Decaro, ma parliamo del nostro ruolo nella coalizione, visto che ora siamo, come Avs, fuori dalla giunta di Lungomare Nazario Sauro.

La prospettiva

«In Puglia bisogna rilanciare un’esperienza perché una coalizione deve essere anche un sogno, soprattutto per i più giovani», dice con una carezza oratoria per suggestionare gli eredi della stagione della Puglia migliore, prima di affondare un pugno politico all’attuale governatore: «avrei fatto qualcosa in meno, avrei fatto qualche consiglio di amministrazione in meno», mettendo il dito nella piaga degli incarichi distribuiti da Emiliano in questi dieci anni.

Prima, appunto, di sgranare il decalogo dei desideri suoi e dei compagni di lotta e di governo, contro proprio quell’esecutivo nazionale a trazione di destra: «noi dobbiamo mettere ora al centro della coalizione un progetto di Puglia che guardi innanzitutto ai problemi, alle criticità che sono anche serie: l’inverno demografico, la crisi idrica, la povertà, i giovani a cui va data una speranza. Avs è la parte della coalizione di centrosinistra che mette al centro il diritto alla dignità e la giustizia ambientale, cioè la protezione del paesaggio, del territorio, dell’ambiente contro una destra di cannibali, la destra che vuole devastare lo stretto di Messina, la destra dell’abuso del consumo di suolo, la destra che non gliene frega niente del cambio climatico», ha concluso Vendola.

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