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Regione Puglia, in bilico tutti i direttori. E spunta un nuovo Dipartimento

È cominciato il giro di valzer per i capi dei Dipartimenti della Regione Puglia, braccio operativi dei dieci assessorati a cui si aggiungono le postazioni apicali del segretario della giunta e del capo della comunicazione istituzionale. Gli incarichi dei direttori stanno per scadere a fine marzo e la giunta regionale, nei giorni scorsi, ha pubblicato…

È cominciato il giro di valzer per i capi dei Dipartimenti della Regione Puglia, braccio operativi dei dieci assessorati a cui si aggiungono le postazioni apicali del segretario della giunta e del capo della comunicazione istituzionale. Gli incarichi dei direttori stanno per scadere a fine marzo e la giunta regionale, nei giorni scorsi, ha pubblicato i bandi per reclutare i nuovi super-dirigenti per sostituire gli uscenti che non saranno riconfermati. La grande novità è legata alla creazione di un nuovo Dipartimento, l’undicesimo, che si occuperà esclusivamente di transizione digitale e intelligenza artificiale. Un altro stipendio da 120mila euro lordi annui che si aggiunge al costo del board regionale.

Lo staff strategico, nelle ultime ore, è entrato in fibrillazione per le notizie che arrivano in merito ai criteri di conferma o sostituzione che saranno adottati. A differenza di ciò che si ipotizzava fino a poco tempo fa non ci sono solo tre o quattro postazioni traballanti, fra cui secondo indiscrezioni, quelle del turismo e dei trasporti.

«Tutti scaduti, tutti in discussione», puntualizzano dai piani alti Palazzo di lungomare Nazario Sauro. Tradotto: i dodici super manager in scadenza potrebbero sulla carta essere rimpiazzati in toto. Per arrivare alle scelte definitive si terrà conto di diversi criteri, a partire dalle pagelle annuali di valutazione emanate di recente per assegnare il premio di risultato da circa 30mila euro in più sullo stipendio. Cinque capi dipartimento sono stati promossi a punteggio pieno (100/100), i restanti sette “rimandati” con punteggi che oscillano dai 90 ai 95.

Per questi ultimi l’indennità annuale sarà decurtata in percentuale in base al voto ottenuto. L’input partito dalla presidenza, in particolare dal capo di gabinetto Giuseppe Catalano, è quello di rivedere gli assetti e puntellare qua e là la squadra. Oltre alle pagelle il giudizio verterà sull’affidabilità dei manager, sul rapporto fiduciario e sul gradimento del singolo assessore di riferimento e dell’intera giunta regionale. La politica, in altri termini, avrà l’ultima parola sul destino dei capi dipartimento in diversi casi espressione diretta dei partiti di maggioranza.

L’obiettivo finale è quello di rilanciare una legislatura fiacca, priva di grandi opere e progetti, fissando obiettivi realizzabili in tutti i settori, dalla sanità al welfare, passando da agricoltura, turismo, sviluppo economico. I 12 manager in questione, infatti, hanno in mano super-poteri considerando il loro ruolo apicale svolto nell’organizzazione degli uffici (il modello Maia) con la funzione di sovrintendere all’attività degli assessorati. E, nell’ultimo semestre, l’attività di ognuno di loro è stata sottoposta ai raggi X per verificare efficienza, percentuale di raggiungimento dei risultati e trasparenza dell’attività svolta. Come dire che chi ha sbagliato pagherà.

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