Regione Puglia, bufera nel centrosinistra. Il Pd: «Salva-poltrone? Fatto grave»

Tiene banco, in Regione Puglia, la questione del “salva-poltrone”, l’emendamento “imbucato” durante l’approvazione del bilancio e approvato col voto segreto per allungare di sette mesi la durata del mandato regionale nel caso in cui il presidente Michele Emiliano si dimettesse un anno prima, nel 2024, per correre alle elezioni europee. Chi è l’ispiratore della manovra? Per la Puglia in più, il movimento politico dell’ex senatore Dario Stefàno, non ci sono dubbi: «È stata la manina dello stesso Emiliano. L’ennesima dimostrazione di debolezza di un presidente e dei suoi fedelissimi – si legge nel post su Facebook – che invece di pensare a come allocare le risorse per risolvere i problemi dei pugliesi, mettono mano alla legge elettorale per garantirsi la sopravvivenza».

La questione scuote anche il Pd pugliese con il segretario, l’onorevole Marco Lacarra, che a sorpresa non si schiera con Emiliano, ma con il sindaco barese Antonio Decaro “danneggiato” dal cavillo elettorale che lo costringerebbe a stare per oltre un anno “a bagnomaria” prima di candidarsi alla Regione. «È un fatto grave – commenta Lacarra – L’approvazione dell’emendamento presentato dalla Lega consente la permanenza in carica dei consiglieri regionali dopo le dimissioni del presidente. Se nel Partito democratico qualcuno pensa che si possa essere credibili dopo atti del genere, sono ben contento che a breve non ricoprirò più la carica di segretario. È allucinante che parte della maggioranza abbia sostenuto questo emendamento dell’opposizione e, allo stesso modo, è assurdo che chi rappresenta i cittadini resti concentrato sui propri destini personali persino in tempi difficili come questi. Il momento di giocare è finito da un pezzo». Parole durissime che scuotono il centrosinistra e aprono scenari indecifrabili in vista delle prossime scadenze elettorali. Tanto più che a sostegno del “salva-poltrone” s’è schierata una maggioranza bulgara di 37 consiglieri contro nove contrari, anche qui con un giallo sulla composizione dei votanti (oltre i Cinque Stelle che hanno dichiarato ufficialmente di aver bocciato la proposta).

In concreto, ha svelato in aula Fabiano Amati, l’emendamento galeotto circolava da mesi in Consiglio regionale. A scriverlo sarebbe stato l’ex capo di gabinetto di Emiliano, il neo-senatore Claudio Stefanazzi, su mandato dello stesso governatore. Il testo (riconosciuto da Amati per i caratteri del documento identici a quelli del suo ufficio della presidenza) è stato poi fatto girare in Consiglio regionale a caccia di un firmatario alla fine individuato nel leghista De Blasi, presidente della settima commissione. È andata davvero così? Che ne pensa il diretto interessato? «Chi vi ha detto che lascerò prima la regione Puglia – ha tuonato ieri ai giornalisti Emiliano – chi ve lo ha detto?». E poi lo sfoggio del latino: «Hic manebimus optime (“Qui resteremo benissimo”). Io sto alla Regione Puglia, buon Natale e auguri a tutti».

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