Si spacca il mondo civico vicino al governatore Emiliano indeciso sul da farsi in vista delle elezioni regionali d’autunno.
Lo scenario
Sembrava delineato dopo che nei due vertici tenuti in via Gentile, il presidente Emiliano aveva dettato la linea: «Io mi candido nel Pd, voi create un listone unico per raccogliere più voti per orientare la rielezione degli uscenti». Di più, per facilitare l’operazione, Emiliano ha nominato a consigliere delegato al Welfare il capogruppo di Azione Ruggiero Mennea, nel frattempo riconfermato alla guida del partito di Calenda in Puglia. Una nomina propedeutica all’ingresso dei Azione nel listone dei civici. Ma quando la strada sembrava in discesa, qualcosa è andato storto.
La contestazione
Parte degli esponenti di Per la Puglia hanno contestato il progetto di unificazione, in particolare l’assessore alla formazione Sebastiano Leo ed il consigliere Saverio Tammacco, presidente di commissione della civica per la Puglia. Qualche distinguo è arrivato anche dal capogruppo di Per Antonio Tutolo. A determinare la frenata per l’assessore Leo, l’ipotesi svantaggiosa di doversi scontrare nel collegio di Lecce con il potente assessore allo sviluppo Alessandro Delli Noci, coordinatore della lista Con. Così come per Tutolo e Tammacco sono sorti dubbi sulla composizione del mondo civico emiliano considerando le concomitanti operazioni in atto da parte del candidato in pectore Antonio Decaro.
La lista Decaro
L’ex sindaco di Bari, infatti, ha in mente di schierare una lista personale e di accogliere altri movimenti civici. A complicare il quadro, la decisione nel campo largo di presentare nei simboli elettorali il nome di Decaro sia per i partiti tradizionali, sia per il civismo espressione dei territori. Da qui distinguo e ostacoli alla creazione del listone, che ora come ora sembra finito nelle sabbie mobili.
L’out out
Non a caso, il capogruppo di Azione, Ruggiero Mennea lancia un out out agli alleati del listone. «Delle due l’una – spiega il consigliere Mennea all’Edicola del Sud – o si trova un accordo per ridurre lo sbarramento elettorale dal 4 al 2,5% o in caso contrario la fusione di Per la Puglia, Con e Azione, diventa un obbligo imprescindibile per sperare di conquistare seggi nelle sei province. L’attuale legge elettorale – aggiunge Ruggiero Mennea – non consente errori strategici con la presentazione di più liste, così come accaduto nelle elezioni del 2020 in cui il cartello di Senso Civico raccolse oltre 100 mila voti con una decina di simboli, ma non riuscì a superare l’ostacolo dello sbarramento». Da qui l’invito rivolto a Con e Per la Puglia a superare le reciproche perplessità con l’obiettivo concreto di chiudere in tempi brevi la fusione, con un nuovo nome ed un nuovo simbolo, da registrare nelle prossime settimane.