Rave party, Bellomo: «Il decreto non comprime i diritti. Tornano di moda parole come legalità e sicurezza»

«Il governo non comprime diritti, ma riporta di moda parole come legalità e sicurezza. Il partito del “save the rave” si rassegni e la smetta di gridare allo scandalo. Il vero autoritarismo non è quello di chi vuole far rispettare le leggi, ma di chi cerca di imporre usi e abusi di comportamenti penalmente rilevanti». Lo afferma Davide Bellomo, consigliere regionale e neodeputato della Lega.

«Non si vede per quale motivo il titolare di una discoteca debba rispettare regole stringenti, al limite della vessazione burocratica, e gli organizzatori di questi rave debbano e possano agire nella più totale illegalità. È accaduto anche questa estate in Puglia, con la compiacenza di qualche sindaco», prosegue Bellomo.

«Se ci sono piccoli correttivi da apportare al decreto, questa maggioranza lo farà rapidamente e bene in Parlamento. Così come rapidamente e senza incidenti è stata gestita dal governo la vicenda del rave di Modena. L’importante è che ci sia nella coalizione di centrodestra, così come emerge dalle dichiarazioni di queste ore, la volontà di colmare un vuoto legislativo che aveva fatto dell’Italia uno dei Paesi più frequentati per questo genere di manifestazioni prive di qualsiasi autorizzazione e organizzate in assenza delle più elementari regole di sicurezza per chi vi partecipa. Un primo segnale all’insegna della legalità è stato dato, altri ce ne saranno. Nel pieno rispetto della Costituzione, ma anche del programma comune di una maggioranza che gli elettori con il loro voto hanno premiato», conclude il deputato della Lega.

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