Autonomia differenziata, col portale online più vicine le 500mila firme per il referendum

Come ai bei tempi delle lotte nei decenni successivi alla Liberazione, il quartier generale del comitato promotore per l’abolizione dell’autonomia differenziata ha sede in via delle Botteghe oscure, nel cuore di Roma, lì dove per più di mezzo secolo ha albergato il Partito comunista italiano. Ed è in quella storica via che, grazie all’emendamento Magi, con l’aiuto delle firme online l’entusiasmo cresce.

Cresce perché, in meno di una settimana, la soglia delle 500mila sottoscrizioni, necessarie per proporre il quesito abrogativo alla Corte Costituzionale, è alle porte. Fino a ieri, stando ai dati forniti dalla piattaforma rilasciata in rete dal Ministero della Giustizia, ad aver firmato la richiesta sono stati 240mila 710 cittadine e cittadini, pari al 48,14 del quorum, a cui aggiungere le firme raccolte in modo tradizionale grazie ai numerosi banchetti di partiti e sindacati e nei municipi dove presso la segreteria comunale è possibile autenticare la propria scelta.

La svolta

Tuttavia, è proprio la novità del consenso online che sta risvegliando una antica «voglia di partecipazione». Ne è convinto Riccardo Magi, deputato e segretario nazionale di +Europa che, nel 2021, con un emendamento fece sì che in Italia diventasse possibile firmare anche in rete: «Il successo della raccolta firme digitali per il referendum sull’autonomia differenziata è stato straordinario e nei prossimi giorni si dovrebbe raggiungere il quorum delle 500mila firme. Questo ha un duplice significato – sottolinea il promotore – primo, che quando hanno gli strumenti i cittadini partecipano attivamente alla vita politica del paese e secondo che gli italiani stanno votando persino da sotto l’ombrellone pur di gettare a mare questa sgangherata riforma del governo Meloni».

Il parere

Secondo quanto affermato dal parlamentare, ciò «è motivo di soddisfazione, non solo perché è fondamentale smontare questa riforma che dividerà l’Italia, che tra l’altro è una bomba a orologeria sui conti pubblici, ma anche perché dimostra che le persone hanno voglia di partecipare alla vita politica e ora hanno la possibilità di farlo comodamente e gratuitamente dal loro smartphone, in totale trasparenza, attraverso una piattaforma pubblica».

L’entusiasmo

Ovviamente, la novità accende l’entusiasmo anche per quanto riguarda altre iniziative, come conferma sempre Magi: «Utilizzeremo questo strumento per promuovere altri quesiti, come quelli sulle libertà personali e la cittadinanza, come il referendum per abrogare alcune parti della legge elettorale. Spero che ben presto potremo arrivare a un uso sicuro e garantito della tecnologia digitale anche per esprime il voto alle elezioni politiche».

I prossimi step

Già, perché la raccolta firme è solo il primo degli ostacoli da superare, visto che, se tutto dovesse andare per il meglio, lo scoglio più duro sarà raggiungere il 50 per cento più uno dei votanti e in quel caso per partecipare sarà necessario, ancora, recarsi ai seggi. Di persona.

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