C’è chi parla di illegalità, chi lamenta la scarsa rappresentanza garantita alle donne e a certi territori, e chi addirittura abbandona l’incarico all’interno del partito. Le scelte della direzione nazionale del Pd sulle candidature al Parlamento hanno scontentato molti militanti della formazione guidata da Enrico Letta.
A sollevare il polverone sono innanzitutto i consiglieri regionali dem. Fabiano Amati chiede di modificare le liste «cancellando la totalità dei capilista uomini e invertendo il genere dei capilista in almeno due collegi proporzionali della Camera». Il motivo? Gli elenchi dei candidati appena approvati dalla direzione nazionale dem violerebbero «una gran quantità di norme statutarie, in particolare quelle sulla parità di genere e quelle sulla contendibilità delle cariche».
Ad Amati fanno eco i colleghi Donato Metallo, secondo il quale «le liste del Pd in Puglia e soprattutto in provincia di Lecce sono sono amarezza, delusione, mortificazione», e Michele Mazzarano, che bolla la scelta di cinque capilista uomini come «retrograda, antimoderna, tipica delle forze politiche conservatrici». Nel mirino di Mazzarano c’è anche la scarsa presenza di esponenti dem originari di Brindisi e di Taranto «nonostante siano entrambe interessate da problemi che afferiscono al ruolo del Parlamento». «Pur apprezzando l’impegno di Ubaldo Pagano, a cui abbiamo dato il nostro sostegno – precisa Mazzarano – tenere fuori un rappresentante jonico dal Parlamento, negli anni cruciali della sua transizione verso un nuovo modello di sviluppo, è un errore politico imperdonabile».
Il malcontento si estende anche a Lecce. Qui il segretario provinciale Ippazio Morciano annuncia le dimissioni in segno di protesta contro le scelte dei vertici nazionali del partito. «Sono emersi il disagio e la netta contrarietà per una decisione verticista che non ha voluto tenere conto della base del partito sul territorio e anzi ha svilito le funzioni del gruppo dirigente – osserva Morciano – Il segretario Enrico Letta e la direzione nazionale non calpestino le legittime istanze del territorio e non facciano scelte contro i valori del partito, leggi e regolamenti».
Di diverso avviso Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione che ha già incassato la candidatura come capolista nel Foggiano: «In un contesto complessivo di difficoltà, in cui c’è una riduzione importante di seggi, credo che Enrico Letta abbia fatto un lavoro ottimo e difficile. Ha provato a tenere un mix di esperienza e innovazione, dove dentro ci sono parlamentari uscenti ma anche figure forti espressione dei territori».