Puglia, tagli all’Automotive: preoccupazioni per 5mila lavoratori

«L’Automotive è uno dei settori cardine dell’industria barese e pugliese, di quelli che hanno fatto la storia e la fortuna del tessuto economico regionale». Inizia così un post di poche ore fa pubblicato su facebook dal Vice capo gabinetto della regione Puglia Domenico De Santis. Il settore dell’Automotive pugliese è a rischio e per questo si è svolto ieri un incontro del politico con i sindacati tra cui UILM di Bari, UIL Puglia e la UILM Nazionale per discutere di scenari futuri legati alla transizione ecologica, perché entro il 2035 le automobili elettriche o ibride prenderanno il posto delle auto a diesel e a benzina.

Proprio De Santis avrebbe proposto l’apertura di un tavolo permanente sull’Automotive in Puglia per la salvaguardia dei posti di lavoro attuali e per la programmazione di una strategia industriale condivisa.

«Una strategia sostenibile ma concreta – spiega – che governi davvero la transizione ecologica senza ribaltarne i costi sul lavoro nel quale si possa non solo coordinare la spesa delle risorse disponibili, ma anche partorire idee da portare a Roma per stimolare il Governo e la politica nazionale ad agire in fretta e con criterio, dopo un decennio in cui il Sud è stato orfano di un piano industriale degno di tale nome. Un settore che impiega, solo nella città metropolitana di Bari, oltre 5000 lavoratori tra diretti e indotto, migliaia di famiglie alle quali oggi facciamo fatica a spiegare i drammatici annunci di esuberi da parte di Bosch, Magneti Marelli e altre grandi aziende della componentistica per auto».

«Come glielo spieghi a una famiglia – continua De Santis – che rischia di restare senza reddito quando aziende come la Bosch, negli ultimi quindici anni (compreso i 2021, in piena pandemia), grazie al sudore, al sacrificio e alla fatica dei lavoratori e delle lavoratrici dello stabilimento barese, ha generato miliardi di utili?»

«Nessuno si salva da solo – conclude Domennico De Santis –  dobbiamo farlo insieme alle parti sociali e datoriali. Ecco perché ho proposto l’apertura di un tavolo permanente sull’automotive in Puglia, nel quale si possa non solo coordinare la spesa delle risorse disponibili, ma anche partorire idee da portare a Roma per stimolare il Governo e la politica nazionale ad agire in fretta e con criterio, dopo un decennio in cui il Sud è stato orfano di un piano industriale degno di tale nome. A marzo si aprirà un tavolo nazionale, e anche lì noi ci saremo. Abbiamo un mese per imparare bene il tedesco per far capire, senza fraintendimenti, al management di certe aziende che Bari non è un sito da dismettere, ma un patrimonio occupazionale e industriale da valorizzare».

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