Puglia, sull’identità di genere si cerca intesa: Lega e FdI pronti alla “guerra”

Al via nelle commissioni regionali le audizioni sulla proposta di legge sulle parità di trattamento rispetto all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alle variazioni nelle caratteristiche di sesso. Una norma, primo firmatario il consigliere regionale Pd Francesco Paulicelli, destinata ad aprire una battaglia ideologica fra i partiti di centrodestra e centrosinistra, ma soprattutto fra le sensibilità cattoliche presenti trasversalmente nella massima assise regionale.

Appuntamento alle 10, in commissione Lavoro per l’esame del testo già bocciato da Affari generali che ha espresso un primo parere consultivo. Oggi, invece, si passa all’ascolto di associazioni ed esperti chiamati ad offrire il loro contributo su una proposta di legge che rappresenta un avamposto a livello nazionale per la tutela di omossessuali, transgender e persone con orientamenti sessuali diversi.

La seduta sarà presieduta da remoto dal presidente Donato Metallo che ieri è risultato positivo al Covid. In aula saranno ascoltati vari esperti fra cui insegnanti e medici, in particolare Tommaso Tota, medico neuropsichiatra infantile per Arcigay, Elisabetta Lavorato, psichiatra Centro disforia Policlinico Bari, Carolina Velati, per le associazioni per i diritti LGBTI di Bari, la docente Isabella Loiodice, docente di Pedagogia generale all’università di Foggia, la collega Loredana Perla, professoressa di didattica all’università di Bari e tre associazioni: Forum Familiari Puglia, Professionale UCIIM e associazione italiana maestri cattolici. A loro spetterà esprimere pareri ed offrire contributi o correzioni. Il punto chiave della norma riguarda la formazione di insegnanti, personale scolastico, ma anche studenti sul rispetto delle diversità attraverso l’uso di un linguaggio appropriato e di comportamenti inclusivi e non discriminanti.

Un aspetto pedagogico destinato ad aprire polemiche fra i gruppi regionali. Obiettivo riprendere le finalità del Disegno di legge Zan bocciato in Parlamento lo scorso autunno per soli 23 voti grazie al voto segreto e delle previsioni contenute nella legge Negro, dal nome del compianto assessore al Welfare che presentò una legge simile, mai approvata, nel 2018. I proponenti, fra cui Pd, Cinque stelle e la civica Con, puntano ad aprire un dibattito ampio ed inclusivo per arrivare in aula con una mediazione di massima che garantisca effettivamente i diritti civili a tutti. Di contro, però, c’è la ferma opposizione del centrodestra e dei consiglieri di maggioranza più vicini alle posizioni della Chiesa, ad esempio Debora Ciliento del Pd, che mordono il freno.

Lega e Fratelli d’Italia sono pronte all’ostruzionismo e a dare battaglia soprattutto sui costi della proposta di legge. La norma, in effetti, stanzia 120 mila euro l’anno, per tre anni, per accrescere la cultura della non discriminazione affinché tutti abbiano l’opportunità di essere se stessi esprimendo liberamente il proprio orientamento sessuale.

Di qui interventi finalizzati alla ricerca di un lavoro per le vittime di discriminazione, prevenzione di ogni forma di bullismo e cyber bullismo, ma anche sostegni in materia socio-assistenziale e socio–sanitaria di informazione, consulenza e sostegno per omosessuali, transessuali, transgender e intersessuate, nonché delle loro famiglie.

Inoltre stabilire la promozione anche con la collaborazione delle associazioni del “terzo settore” di eventi sociali per diffondere la cultura dell’integrazione.

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