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Puglia, mal di pancia nel Pd ma Emiliano è pronto a presentare la giunta

Il governatore Michele Emiliano non fa una piega dopo la valanga di critiche che s’è abbattuta sul mini rimpasto di giunta. Dal suo staff filtra tranquillità e convinzione nelle scelte adottate, una strada obbligata considerando il quadro di partenza e i pochi margini di manovra. Nei prossimi giorni il rimpastino sarà illustrato in dettaglio all’opinione…

Il governatore Michele Emiliano non fa una piega dopo la valanga di critiche che s’è abbattuta sul mini rimpasto di giunta. Dal suo staff filtra tranquillità e convinzione nelle scelte adottate, una strada obbligata considerando il quadro di partenza e i pochi margini di manovra. Nei prossimi giorni il rimpastino sarà illustrato in dettaglio all’opinione pubblica con la presentazione delle tre nuovei assessore Matrangola, Triggiani e Ciliento e lì, forse, si capiranno le reali intenzioni ed il piano di rilancio ipotizzato per la fine del mandato.

Nel frattempo, però, il restyling della giunta continua a collezionare mugugni, contestazioni e polemiche. In subbuglio è soprattutto il Partito democratico con la federazione della Bat irritata per la scelta della consigliera regionale Debora Ciliento, vicinissima al senatore Francesco Boccia, braccio destro della segretaria Schlein. Ad esprimere disappunto è Elvira Tarsitano, coordinatrice provinciale di Bari del Pd, che contesta l’esclusione del partito e la mancata partecipazione ad un dibattito interno prima delle nomine: «Quella che abbiamo vissuto è un’altra storia. Scelte e nomine, sia pur di alto profilo, mancano di quel senso di condivisione in un percorso che renda i nostri elettori orgogliosi. È inaccettabile che le nomine siano state fatte in solitudine, senza una democratica consultazione. Un triste connubio tra meritocrazia e competizione che tanto ricorda il “darwinismo sociale” di spenseriana memoria, che non ha proprio motivo di esistere».

Anche nel Pd della Bat i mal di pancia affiorano in tutta la loro irruenza. «Il percorso con cui si è arrivati alla nomina di Ciliento non appaia né un premio né un riconoscimento ad un territorio, ma quasi una scelta obbligata. Non è così che la Bat voleva un ruolo. Anzi, diciamo pure che questo ruolo mortifica il territorio, che da anni offre un contributo positivo. Inutile nasconderlo, speravamo in un percorso differente, soprattutto considerando il prezzo pagato per le vicende che hanno caratterizzato l’ultimo periodo».

Un clima rovente, insomma, in parte smorzato dal segretario pugliese De Santis che a tarda sera prova a vestire i panni del pompiere: «Abbiamo fatto una richiesta politica ben più significativa, cioè di dare inizio a una fase nuova, animata da politiche nuove, un vero cambio di passo rigenerante. Ora è tutto perfetto? No, sarebbe da ingenui pensare che le nostre proposte abbiano tutte una immediata attuazione, ma è stato fatto un primo passo». Subito dopo, però, scatta l’aut aut: «Il Pd Può continuare a sostenere questa maggioranza con l’approvazione della legge contro la violenza di genere, della legge contro le povertà, della legge sul salario minimo, della legge sull’edilizia sociale con un grande piano di edilizia popolare».

Caustico anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: «La mia impressione è che a pagare sia la dignità della politica, alla Regione Puglia siamo di fronte a un mini-maquillage, a un’operazione estetica. Nulla a che vedere con quanto avevamo chiesto noi, il M5s ed Elly Schlein che aveva parlato di azzeramento. Siamo passati dalla questione morale alla farsa totale».

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