L’opposizione regionale va all’attacco per il Consiglio regionale saltato il 10 settembre a causa dei malesseri della maggioranza. Ad affondare il coltello nella lama il gruppo di Fratelli d’Italia che accusa il centrosinistra di «aver paralizzato i lavori».
Perrini all’attacco
«La presidente Capone – osservano il capogruppo Renato Perrini e i colleghi consiglieri – voleva addirittura tenere la prima seduta il 3 settembre, ma né in quella data e nemmeno il 10 settembre il centrosinistra è riuscito a garantire i numeri per tenere la riunione della massima assise regionale». Una conta andata male, aggiungono, «perché nella maggioranza ci sono tanti mal di pancia e i voti di salvataggio per il momento da parte dei grillini potrebbero non essere garantiti».
Da qui la conclusione del ragionamento: «A poco più di un anno dalle prossime Regionali è evidente che i giochi di potere e la ricerca di incarichi e nomine stanno condizionando tutta l’attività legislativa del Consiglio che non è riuscito neppure ad approvare i quesiti referendari, facendo fare, al presidente Michele Emiliano e alla Capone, una figuraccia nei confronti delle altre quattro Regioni di centrosinistra (Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Sardegna) che già a luglio avevano approvato tutto e sono in attesa della Puglia». Una vicenda imbarazzante con la scadenza per il deposito dei quesiti che s’avvicina inesorabilmente con la dead line fissata tassativamente per il 30 settembre.
I nodi da sciogliere
Fdi alza il tiro sottolineando che l’incapacità a convocare il consiglio restituisce ai cittadini «il vero volto del centrosinistra, non certo quello che viene raccontato sui palchi delle feste di partito». Una coalizione alla quale «poco importa che gli agricoltori pugliesi sono in ginocchio per l’emergenza siccità, i mitilicoltori tarantini per la moria delle cozze, per non parlare della situazione negli ospedali pugliesi, con i pronto soccorsi che non reggono più la pressione ordinaria, figuriamoci le aggressioni, mentre le liste di attesa diventano sempre più infinite. Questo solo per citare alcuni dei grandi problemi, i più attuali, altrimenti l’elenco sarebbe talmente lungo da diventare un libro-incubo». Così facendo, l’amara conclusione, «in un quadro così catastrofico una maggioranza responsabile sarebbe stata in aula il 3 settembre, non per parlare di referendum, ma di emergenze. Non lo sarà anche oggi, 10 settembre, a conferma che, forse, l’Autonomia differenziata non è il peggiore dei mali. Anzi, forse i pugliesi potrebbero avere classi dirigenti alla guida della Regione migliori».
La giunta
Nel frattempo la giunta regionale ieri è tornata al lavoro e fra le delibere riapprovate c’è il Defr, il documento di economia e finanza bocciato nell’ultima seduta prima della pausa estiva, anche in quel caso per mancanza di numeri. Un malinconico refrain che rischia di accompagnare quest’ultimo scorcio di legislatura.