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Economia e finanza, tensione in Puglia per il documento generale: non c’è il quorum qualificato

Ore di tensione ed attesa in Consiglio regionale alla vigilia della seduta del 30 luglio che al primo punto dell’ordine del giorno ha il Defr, il documento generale di economia e finanza. Un passaggio delicato, da adempiere entro fine luglio per ottemperare alle pressanti richieste della Corte dei Conti. E ciò dopo che la delibera…
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Ore di tensione ed attesa in Consiglio regionale alla vigilia della seduta del 30 luglio che al primo punto dell’ordine del giorno ha il Defr, il documento generale di economia e finanza. Un passaggio delicato, da adempiere entro fine luglio per ottemperare alle pressanti richieste della Corte dei Conti. E ciò dopo che la delibera nell’ultimo Consiglio è stata rinviata per mancanza di numeri a seguito del putiferio scatenatosi dopo il voto contrario al Tfm preceduto dall’ultimatum del presidente Emiliano: «Se lo approvate mi dimetto e tutti a casa». Un voto che ha creato strappi e fibrillazioni interne alla maggioranza regionale ora sull’orlo di una crisi di nervi. Per approvare il Defr servono 26 voti, il quorum qualificato, ma al momento i conti non tornano.

La grana

All’appello mancano diverse pedine nei partiti di maggioranza con assenze già preannunciate. Ad esempio l’assessore ai Trasporti Debora Ciliento che martedì prossimo sarà in trasferta istituzionale a Bolzano, o il vice presidente Raffaele Piemontese che attende ad ore la nascita della sua prima figlia. All’elenco bisogna poi aggiungere il consigliere regionale Pd Pierluigi Lopalco e la consigliera Cinque Stelle Rosa Barone che hanno chiesto congedo. E così considerando l’appoggio esterno dei Cinque Stelle mancherebbero comunque uno o due voti per raggiungere l’asticella per il Defr. Senza considerare i mal di pancia interni.

Il malcontento

A partire dal consigliere regionale Pd Filippo Caracciolo, primo firmatario della legge sul Tfm, a dir poco irritato dall’esito dell’ultima seduta. Per non parlare del gruppo di Azione tornato all’attacco sulla rotazione dei capi dipartimento e dei direttori generali delle Asl che hanno sforato la spesa farmaceutica. Proprio il capogruppo Ruggero Mennea ha inviato una nota che suona come un avvertimento direttamente al presidente Emiliano. «Caro presidente – ha scritto Mennea – ti chiediamo di mantenere le promesse fatte a noi, a tutta l’Aula consiliare e ai cittadini pugliesi durante la seduta di Consiglio regionale del 7 maggio 2024, in occasione della votazione della mozione di sfiducia».

«Il voto contrario del gruppo Azione alla mozione di sfiducia – ha ricordato Mennea – era subordinato alla volontà di combattere ogni eventuale rischio di opacità nella pubblica amministrazione regionale, attraverso la rotazione dei dirigenti con più di tre anni nello stesso incarico, lo sforamento è stato accertato con la delibera di Giunta regionale del 17 giugno, ma ad oggi la sostituzione dei direttori generali decaduti per legge automaticamente non è ancora avvenuta».

L’appello

Per poi mettere in guardia: «noi siamo leali nei tuoi confronti e della maggioranza di cui facciamo parte, ma siamo ancora più leali nei confronti dei cittadini pugliesi. E per questo ti chiedo, nella correttezza che ti contraddistingue, di essere consequenziale e di realizzare immediatamente quanto da te promesso».

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