Provinciali a Taranto, Terra Jonica 2050 ha la meglio su Melucci

Dopo le votazioni di ieri, il Consiglio provinciale di Taranto ha la seguente formazione. La lista Terra Jonica 2050 si è aggiudicata cinque consiglieri: Lucio Lonoce, Maurizio Baccaro, Marco Natale, Vito Parisi (sindaco di Ginosa) e Gregorio Pecoraro (sindaco di Manduria), gli ultimi due uscenti e riconfermati. Alla lista Comunità ionica collegata al presidente Rinaldo Melucci vanno quattro consiglieri: Adriano Tribbia, Salvatore Brisci, Goffredo Lomuzio e Carmen Casula. Due i consiglieri per Fratelli d’Italia: Roberto Puglia e Francesco Marra. Un solo consigliere per Forza Italia, Raffaele Gentile. In tutto 12 consiglieri.

I risultati sono giunti dopo lo spoglio in tarda serata. Gli aventi diritto al voto sono stati i consiglieri e i sindaci dei comuni ionici. Il primo a votare nella mattinata di ieri è stato il presidente della provincia Rinaldo Melucci (anche sindaco della città capoluogo) che rimarrà in carica ancora per altri due anni e che, dunque, non è stato interessato dalle votazioni. Si è trattato di una elezione di secondo livello con 478 aventi diritto al voto. «Spero che la nuova composizione del Consiglio si faccia carico delle attività già intraprese così da poter riprendere il cammino – è l’auspicio di Melucci – Abbiamo già fatto tante assunzioni e dobbiamo proseguire a mettere a frutto gli investimenti nelle suole grazie ai quaranta milioni di euro rivenienti dal Pnrr».

Le votazioni si sono svolte con il cosiddetto voto ponderato in attesa del ritorno alle elezioni dirette che prevedono invece che a votare siano i cittadini. A cambiare le carte in tavola per le elezioni di Consiglio e presidente alla Provincia è stata la legge Delrio del 2014 con l’allora governo Renzi. Con il ritorno alle elezioni dirette saranno reintrodotte le indennità di carica per i presidenti che non potranno essere più alte di quelle del sindaco del capoluogo e per gli assessori, incaricati dal presidente, che dovranno essere massimo quattro. Previsti invece gettoni di presenza a seduta per i consiglieri. Attualmente, invece, nessuno percepisce indennità o gettoni. Il risparmio accertato, dovuto al mancato pagamento delle indennità del personale politico delle province, è stato pari a circa 52 milioni e mezzo di euro l’anno.

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