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Promuove il salario minimo, coordinatrice lucana del M5s sommersa di insulti: «Un attacco squadrista»

Alcuni giorni fa ha condiviso, su Facebook, un video in cui promuoveva la petizione a favore del salario minimo ma in molti hanno commentato insultandola non sul contenuto del video ma con offese personali e insulti. È quanto ha denunciato la coordinatrice lucana del Movimento 5 stelle in Basilicata e portavoce dei pentastellati di Melfi,…

Alcuni giorni fa ha condiviso, su Facebook, un video in cui promuoveva la petizione a favore del salario minimo ma in molti hanno commentato insultandola non sul contenuto del video ma con offese personali e insulti. È quanto ha denunciato la coordinatrice lucana del Movimento 5 stelle in Basilicata e portavoce dei pentastellati di Melfi, Alessia Araneo definendo i commenti ricevuti un «attacco squadrista» da parte di «orde di opinionisti da tastiera» che «hanno iniziato a rivolgermi gli insulti più volgari, attaccando non le mie parole ma la mia persona».

Alcuni dei commenti, infatti, erano riferiti all’acconciatura di Araneo, altri al Movimento 5 stelle in generale e alla sua politica, altri ancora contenenti solo volgari insulti

«E questo non ha nulla a che vedere con la democrazia e con il sacrosanto diritto di ciascuno di esprimere la propria opinione. Un insulto, oltre a non rappresentare un argomento, non è un’opinione, ma una violenza», sottolinea Araneo in un lungo post pubblicato su Facebook.

«Non consento a nessuno di giudicare il mio aspetto fisico, la mia acconciatura e tutto quanto pertiene al mio corpo e alla dimensione privata della mia vita», sottolinea la coordinatrice provinciale del Movimento 5 stelle: «Quando ho scelto di fare politica – spiega -, l’ho fatto nella piena convinzione che il rispetto delle persone fosse un presupposto prepolitico irrinunciabile, non ulteriormente negoziabile. E provo a fare in modo che questo principio ispiri tutta la mia attività. Dunque, no: la mia non è una forma di censura, bensì una forma di cura», scrive spiegando il motivo per cui ha deciso di bloccare i commenti al post sul salario minimo.

«Anziché ingiuriare con la stessa moneta i tanti odiatori (casualmente appartenenti a una certa area politica), ho preferito fermare l’emorragia di veleno e invitare tutti alla fatica dell’argomentazione, piuttosto che alla facilità dell’insulto», conclude Alessia Araneo.

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