Primo maggio, Laforgia: «Imporre anche a Bari il salario minimo negli appalti pubblici» – VIDEO

Se sarà eletto sindaco, Michele Laforgia, sottoporrà alla giunta comunale l’approvazione di una delibera “che imponga, nell’ambito dei lavori appaltati dal Comune e dei servizi erogati da aziende concessionarie o affidatarie, l’obbligo di applicare il trattamento economico previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona in cui si eseguono i lavori, il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto o della concessione, purché stipulato dai sindacati comparativamente più rappresentativi a livello nazionale, e in ogni caso con una retribuzione oraria non inferiore a nove euro“.

Ad annunciarlo, alla vigilia del Primo maggio, Festa dei lavoratori, è lo stesso candidato sindaco del Movimento 5 stelle e della Convenzione per Bari durante la conferenza stampa di Sinistra italiana che si è svolta stamattina.

Si tratta, sottolinea Laforgia, «di un gesto di civiltà non di una azione coraggiosa, ma solo doverosa, perché non vi siano nel prossimo futuro lavoratrici o lavoratori, impiegati come operai edili nei cantieri delle grandi opere comunali, o addetti alla raccolta dei rifiuti, o operatori socioeducativi o addetti di biblioteca o operatori addetti all’accoglienza di spazi espositivi e teatri comunali, che ricevano una remunerazione inferiore ai 9 euro l’ora, ferma restando l’applicazione dei trattamenti di miglior favore, previsti dalla contrattazione collettiva sottoscritta dalle sigle più rappresentative, che occorre sempre più valorizzare, promuovendone il rispetto anche attraverso adeguati e capillari controlli lungo tutta la catena degli appalti».

Il Comune di Bari sarebbe così il secondo in Italia, dopo Firenze, a dotarsi di una propria delibera di Giunta comunale sul cosiddetto “salario minimo comunale”. Materia già disciplinata dall’articolo 36 della Costituzione e dagli articoli 11 e 57 del nuovo Codice degli Appalti che, tuttavia, stabiliscono il principio generale, ma non indicano una soglia retributiva minima.

Gli Uffici comunali impegnati nella redazione dei bandi di gara e nell’aggiornamento dei contratti di concessione di servizi, quindi, dovranno adeguare i bandi e i contratti a tale determinazione.

Altrettanto forte, assicura Laforgia in una nota, “sarà l’impegno sui temi della parità di genere e del contrasto alle discriminazioni sul lavoro, affinché sia riconosciuta pari dignità sociale (come previsto dall’articolo 3 della nostra Costituzione) a tutte le lavoratrici e i lavoratori accolti in città”.

Il Comune, prosegue la nota, “adotterà stabilmente misure di ‘premialità di parità‘ analoghe a quelle previste dalla legislazione scaturita dal Pnrr, in termini di punteggi aggiuntivi a favore delle imprese che promuovono politiche occupazionali gender-sensitive su vari fronti: contrasto alle discriminazioni, strumenti di conciliazione vita-lavoro, pari opportunità generazionali e di genere nei percorsi di assunzione e nei percorsi di carriera, parità salariale tra lavoratori e lavoratrici”.

Le stesse politiche, si legge ancora, “saranno promosse a favore del personale del Comune, nella sua qualità di datore di lavoro diretto, e delle aziende da esso partecipate”.

«Chi si candida a guidare l’Amministrazione comunale non deve promettere di trovare lavoro a chicchessia – conclude Laforgia – ma può e deve impegnarsi perché a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori sia riconosciuta la dignità necessaria, a partire dalla remunerazione e dalla sicurezza, così come alle lavoratrici e ai lavoratori accolti in città siano garantite condizioni di vita adeguate per opportunità abitative e per i servizi di trasporto necessari a raggiungere i luoghi di lavoro».

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