Primarie a Bari, si cerca l’intesa sui seggi. «Stop ai portatori di voti»

Non c’è ancora chiarezza nel centrosinistra su quanti debbano essere i seggi per il voto alle primarie per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra alle comunali di Bari. Da una parte c’è il Pd che preme per nove sedi, dall’altra Laforgia che resta fermo sulla proposta di un unico punto di voto alla Fiera del Levante.

Per Leccese uno in ogni Municipio, invece, garantirebbe una maggiore partecipazione. Se sulla modalità di voto elettronico e sulla data, quella del 24 marzo, i due candidati sembrano aver raggiunto una intesa, su questo punto tutt’altro che se secondario c’è ancora da lavorare. Il confronto è in corso e si sta provando da una parte e dall’altra a “limare” le posizioni. Intanto proseguono i faccia a faccia tra i due candidati. Dopo il primo appuntamento negli studi del “Graffio” a Telenorba, un nuovo confronto si è tenuto ieri nella redazione della Gazzetta del Mezzogiorno.

Nell’occasione entrambi hanno rimarcato la necessità di difendere le primarie dal voto inquinato, alla luce anche dei recenti risvolti giudiziari che hanno interessato la città di Bari. «Io credo di aver detto sin dall’inizio, e non solo io, che le primarie non sono il metodo migliore per selezionare la classe dirigente e lo stiamo verificando in questi giorni», ha ricordato Laforgia. «Dobbiamo comunque stabilire chi è il candidato sindaco. Ho sempre detto, e lo ribadisco, che già prima di lunedì bisognava stare attenti al voto fai da te, che è il voto delle primarie, perché tutti sanno che a Bari c’è un fenomeno di mercato di voti e infiltrazioni della criminalità. Per questo non bisogna fare le primarie in senso tradizionale».

Da qui la necessità di definire regole certe. Un punto su cui anche Leccese ha posto l’accento. «L’inquinamento del voto si combatte solo con la partecipazione», ha sottolineato ieri il candidato. «Questo crediamo e su questo vogliamo lavorare. Si chiamino “Primarie” o “Unitarie” purché siano libere, pulite, democratiche e diffuse, cioè vicine alle persone. Chiunque senta la necessità di esprimere la propria scelta deve avere il diritto di farlo, in un modo accogliente e accessibile. Con modalità semplici e non disagevoli», ha sottolineato Leccese. Entrambi hanno convenuto sul fatto di isolare i grandi portatori di voti, quelli che più di tutti rischiano di entrare in contatto con le “aree grigie” della democrazia.

«Per quello che mi riguarda non ho niente da scambiare», ha affermato Laforgia. «Non ho niente da offrire e per certi versi non ho niente da chiedere. Io mi candido semplicemente offrendo il mio modo di concepire l’attività politica e offro una visione di città».

«Dovremo stare attenti a coloro che storicamente sono stati portatori di voti – ha condiviso Leccese – che si sono prestati a pratiche di questo tipo. Per quello che mi riguarda, i portatori di voti vanno emarginati, allontanati dalla coalizione, perché quello che vogliamo è ispirarci al concetto della legalità».

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