Adriana Poli Bortone torna a Palazzo Carafa da sindaca. Il giorno dopo la sua elezione ha deciso di incontrare subito i dipendenti riuniti nell’aula consiliare. La prima cittadina ha portato con sé un metro per prendere le misure alle finestre su cui saranno posizionate nuove fioriere. «È una strana emozione. È come se fossi uscita ieri da questa stanza. Non vedo una città spaccata, ma democratica», ha sottolineato la sindaca mentre prendeva possesso della stanza che la ospiterà nei prossimi cinque anni. Intanto ad Adriana Poli Bortone arrivano gli auguri dell’arcivescovo Michele Seccia che le chiede di «aver cura soprattutto delle periferie».
L’incontro con i dipendenti
«Ho ritrovato il personale che vedo pronto a condividere il lavoro che sarà sicuramente pesante. So che tutti lavorano in condizioni di grande stress perché quantitativamente il personale è molto ridotto. Ho l’ambizione di fare tanto e quindi dovremo metterci d’accordo per vedere come andare avanti, ma sono sicura che troveremo la chiave giusta», ha dichiarato la sindaca che, negli ultimi cinque anni, aveva frequentato palazzo di città in qualità di consigliera comunale. «Voglio mettere fioriere colorate proprio per dare un’impronta di gioia a piazza Sant’Oronzo che è diventata più squallida. Vediamo di rincuorare la gente con un po’ di colore. I fiori sono allegria, bellezza, estetica e sentimento. La proclamazione dovrebbe essere fatta in brevissimo tempo. Quanto al Consiglio comunale vediamo se si può fare subito o se si rinvierà di qualche giorno. Mi pare che c’è un provvedimento del governo che ha rinviato le date. Dobbiamo verificare nelle prossime ore», ha spiegato Poli Bortone.
L’arcivescovo Seccia
«Non mi permetto di fare delle raccomandazioni al nuovo sindaco: non ne ha bisogno, la sua esperienza è una grande garanzia. Le chiedo soltanto di aver cura soprattutto delle periferie, di prestare ascolto al disagio e alla povertà che giungono da alcuni quartieri di Lecce. Famiglie e persone sole che spesso scelgono il nascondimento e il silenzio pur di conservare un residuo di dignità. A lei chiedo di saper investire le proprie energie sui giovani che vedo sempre più attratti dalla fuga verso altri lidi, di non trascurare i disabili e di lavorare al contrasto alle diverse forme di dipendenza», afferma l’arcivescovo Seccia che aggiunge: «Sento il dovere di ringraziare il sindaco uscente, Carlo Salvemini. Anche con lui, in tutti questi anni che sono coincisi con il mio servizio episcopale in questa diocesi, non sono mancati momenti di confronto e di feconda collaborazione».