Pnrr, l’affondo di Ubaldo Pagano: «Il Governo brancola nel buio. Via i progetti inutili ma i fondi vanno spesi»

«L’approccio del governo Meloni è delirante»: non usa mezzi termini Ubaldo Pagano, membro della commissione Bilancio della Camera dei deputati, nel criticare la strategia di Palazzo Chigi in materia di Pnrr.

Perché addirittura delirante?

«Perché parte da un presupposto sbagliato e cioè quello per il quale i miliardi del Pnrr sono un peso e quasi bisogna evitare di spenderli tutti. Invece quelle risorse rappresentano, per l’Italia intera e soprattutto per il Sud, un’irripetibile occasione per finanziare certi investimenti pubblici. Anche perché, a breve, tornerà il patto di stabilità e promuovere determinate politiche di sviluppo sarà inevitabilmente meno facile».

Intanto Confsal conferma l’allarme lanciato da Fitto…

«Sono sei mesi che Fitto brancola nel buio e fa terrorismo psicologico sul Pnrr. Il centrosinistra, invece, in soli tre mesi ha strutturato l’intero Piano. Il ministro, dunque, dovrebbe riferire al Parlamento offrendo una fotografia precisa dello stato di attuazione dei progetti e ipotizzando soluzioni alle eventuali difficoltà».

La prima soluzione potrebbe essere la revisione del Pnrr: il Pd resta contrario a questa ipotesi come in campagna elettorale?

«Se si tratta di modificare l’intero impianto del Pnrr, non siamo d’accordo: riprogrammare tutto richiede troppo tempo, più saggio è impegnarsi per far andare i progetti in porto».

Eppure altri Paesi europei hanno cambiato in corsa…

«Il regolamento del Next Generatio Eu prevede che, entro il 31 agosto 2023, le modifiche del Pnrr possano essere proposte dai Paesi che inizialmente non hanno chiesto e ottenuto tutte le somme in prestito. L’Italia, invece, l’ha fatto e ora può solo decidere se e quali progetti, nell’ambito del Pnrr, intende sostituire».

Quindi il Pd è d’accordo sulla paventata rinuncia a una parte dei progetti?

«Siamo d’accordo ad abbandonare i progetti inattuabili sostituendoli con altri strategici e di più facile realizzazione. Questo perché siamo convinti di due cose. La prima: le risorse del Pnrr vanno spese tutte. La seconda: l’Italia si è battuta per ottenere la condivisione del debito e, di conseguenza, non riuscire a spendere i fondi così ottenuti non solo sarebbe una figuraccia, ma rischierebbe di minare anche la tenuta dell’Europa».

Intanto resta bloccato anche il Fondo di sviluppo e coesione (Fsc): che ne pensa?

«Il Fsc serve per cofinanziare i fondi europei strutturali che vanno spesi entro dicembre 2029. Siamo ad aprile 2023 e il ministro Fitto non ha ancora assegnato le risorse del Fsc, con la conseguenza che le Regioni non possono cofinanziare i progetti europei. Eppure, a luglio 2022, il riparto era stato varato all’unanimità e sarebbe bastato portare quella delibera al Cipess per sbloccare la situazione. Fitto, invece, continua a blaterare di incapacità di spesa delle Regioni, quando i dati dicono che questi enti riescono a spendere il 70% delle risorse loro assegnate e che i Ministeri non raggiungono il 50. Così non si fa altro che danneggiare l’Italia».

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