Si rimette in moto il popolo del civismo pugliese promosso dagli elettori alle regionali 2020, ma estromesso dalla giustizia amministrativa che ha mandato al macero circa 70mila voti insufficienti a raggiungere la soglia del 4%. E così ieri Alfonso Pisicchio, il leader di Senso Civico, sempre vicine al governatore Michele Emiliano, ha convocato l’assemblea regionale del movimento per ricostruire l’organigramma dei responsabili territoriali e lanciare le prossime sfide elettorali.
“Ripartire dal Sud”, lo slogan dell’iniziativa che indica una terza via in vista degli appuntamenti futuri a partire dalle regionali del 2025. Ossia uscire dalla logica di schieramento e dalle ideologie di centrodestra, centrosinistra o terzo polo, per offrire a tutti i partiti un’occasione di confronto in vista di possibili accordi senza preclusioni per nessuno.
Presente anche l’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che dopo la parentesi nel Movimento Cinque Stelle ha lanciato una lista civica nazionale per valorizzare il contributo della società civile alla politica. Un percorso che Senso Civico potrebbe intraprendere anche abbandonando l’alleanza storica con Emiliano messa in discussione dal gelo calato negli ultimi mesi fra lo stesso governatore e il mondo civico.
Il presidente, tuttavia, è stato invitato all’assemblea ed è intervenuto in video conferenza: «Fate bene a organizzarvi oggi con largo anticipo in vista delle prossime sfide elettorali». Insieme a Pizzarotti c’erano anche rappresentanti di movimenti civici nazionali come la lista Sud chiama Nord che in Sicilia ha espresso ben otto deputati regionali alle ultime elezioni e ha vinto i due collegi uninominali di Messina. «Da oggi – ha dichiarato Pisicchio – comincia qui un percorso nuovo che noi chiamiamo “terza via” perché non siamo tifosi di qualcuno né siamo contro qualcun altro, vogliamo dialogare con tutte le forze».
Quindi non un movimento in antitesi ai partiti anche se «la disaffezione dei cittadini dalla cosa pubblica – ha sottolineato Pisicchio – impone ai partiti un ripensamento e una profonda rigenerazione. Sono troppi, ormai, coloro che rinunciano persino ad andare a votare perché non si sentono rappresentati o, peggio, si sentono abbandonati al loro destino da parte di chi promette e poi sfugge».