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Pd, un nuovo asse con Emiliano per sbloccare il congresso. Venerdì Boccia in Puglia incontrerà il governatore

Silenzio stampa per Francesco Boccia fino a quando non avrà incontrato gli elementi di maggiore spicco del Partito regionale pugliese. Michele Emiliano compreso. L’ex ministro agli affari regionali e alle autonomie, lunedì ha affidato ad una nota il proprio commento alla nomina a commissario regionale del partito. Fino a venerdì, quando tornerà in Puglia, non…
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Silenzio stampa per Francesco Boccia fino a quando non avrà incontrato gli elementi di maggiore spicco del Partito regionale pugliese. Michele Emiliano compreso. L’ex ministro agli affari regionali e alle autonomie, lunedì ha affidato ad una nota il proprio commento alla nomina a commissario regionale del partito. Fino a venerdì, quando tornerà in Puglia, non aggiungerà altro.

La materia, d’altronde, è di quelle che scottano e ogni parola può aggravare i mal di pancia in un contesto già provato dalle divisioni. Come prima cosa, d’altronde, Francesco Boccia dovrà ricomporre il rapporto con Michele Emiliano, incrinato soprattutto dopo quanto accaduto per la scelta del candidato sindaco di Barletta.
La fuga in avanti del governatore e del segretario regionale uscente, Marco Lacarra, nella nomina di Santa Scommegna come candidata sindaco, aveva fatto andare su tutte le furie Boccia, che ha pubblicamente invitato Lacarra a seguire la linea nazionale del partito che indica in Sinistra italiana e Movimento cinque stelle gli interlocutori privilegiati per le alleanze.
Al centro c’è sempre il rapporto con le liste civiche aggregate da Michele Emiliano. È su questo punto che Francesco Boccia, coadiuvato dal comitato composto da Piemontese, Capone e Decaro, si giocherà la partita più difficile: tenere unito il partito governando, allo stesso tempo, lo “slancio civico” del presidente della Regione che guarda anche al di là del centrosinistra. Intanto ieri anche Michele Emiliano si è unito al coro di auguri al neo commissario. «Si tratta di una decisione saggia – ha affermato – che ho condiviso con il segretario Enrico Letta, assieme a tutti i principali esponenti e dirigenti del Pd pugliese». Il presidente non ha mancato di sottolineare che la sua nomina non rappresenta un atto di sfiducia nei confronti di Marco Lacarra. «Rimane segretario regionale del partito sino al congresso – ha affermato sottolineando l’incarico “ad acta” per il congresso a Boccia – e ciò rende merito a quest’ultimo del grande lavoro che ha svolto durante il suo mandato: lui ha vinto tutto ciò che c’era da vincere e ha portato il Partito democratico ad un ruolo centrale nella politica pugliese, in dialogo equilibrato e collaborativo con i movimenti civici che hanno sostenuto la coalizione progressista nella straordinaria vittoria alle elezioni regionali del 2020 e nelle molteplici affermazioni nelle elezioni comunali e provinciali».
Michele Emiliano guarda soprattutto a Enrico Letta affinché la sua strategia di allargamento delle alleanze non venga interrotta e, quando fa riferimento al comitato di indirizzo, lo definisce finalizzato «ad accompagnare il segretario Lacarra nel percorso di avvicinamento al congresso e nel condividere il carico della guida del partito pugliese in vista delle elezioni amministrative e poi della politiche del 2023». Ad accompagnare Lacarra, non Boccia. È anche su questi particolari linguistici che si gioca la delicata partita che rischia di fare implodere il Pd pugliese. Dall’intesa che riusciranno a trovare Emiliano e Boccia dipende anche l’unità della mozione maggioritaria, protagonista dell’ultimo congresso, di cui entrambi sono protagonisti. Con gli “orlandiani” che, per ora, restano alla finestra.

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