Pd Puglia, Azzarone “soffia” la presidenza a Minerva: l’assemblea regionale manda il partito in tilt

Il Partito democratico perde il pelo ma non il vizio. E così, poche ore dopo la proclamazione dei nuovi vertici regionali, il partito sprofonda nel caos, con il presidente della provincia di Lecce Stefano Minerva, candidato in pectore alla presidenza, costretto a fare un passo indietro a favore della foggiana Lia Azzarone. Ed è arrivato l’affondo del parlamentare dem Claudio Stefanazzi, che ha puntato il dito contro «la corrente del nuovismo pugliese», rea di aver umiliato «l’ala maggioritaria del partito».

Di certo, ieri le tensioni non sono mancate sul palco del Teatro Abeliano di Bari, dove il Pd pugliese ha celebrato la tanto attesa assemblea regionale. Durante l’ultimo step dei lavori congressuali, Domenico De Santis è stato ufficialmente proclamato segretario regionale, mentre, inaspettatamente, alla presidenza del partito è stata eletta Azzarone. Un lungo braccio di ferro, quello che ha preceduto la nomina della dem foggiana, che ha provocato un certo subbuglio in tutto il partito. Perché, su questa “voce”, un accordo era stato raggiunto già prima delle primarie nazionali del 26 febbraio, quando le due mozioni, quelle a sostegno di Bonaccini e Schlein, sottoscrissero la candidatura di Minerva, già tra i papabili alla segretaria regionale. Possibilità, quest’ultima, che però Minerva si era precluso, preferendo la carica di presidente della provincia leccese da cui, stando allo statuto dem, si sarebbe dovuto dimettere.

La salita di Azzarone è una “vittoria mutilata” per l’area Schlein. L’ala del Pd pugliese che ruota attorno alla nuova segretaria nazionale, ha fatto pressione affinché alla presidenza venisse piazzato un nome espressione della minoranza dem regionale, proprio quella della mozione Schlein, arrivata seconda in Puglia alle primarie di febbraio. L’unica “soddisfazione” è stata l’aver piazzato alla presidenza una donna, Lia Azzarone, appunto, che però ha provocato un terremoto politico al cuore dei dem. «Solo un uomo con il suo spessore umano e intellettuale avrebbe potuto fare un passo indietro» ha commentato l’onorevole Stefanazzi, che però ha giudicato la “resa” di Minerva uno sbaglio. «Stefano si è arreso, sbagliando, alla corrente del nuovismo pugliese, che sembra essersi caricato il compito di una esegesi feroce dello spirito e della novità rappresentata dalla vittoria di Schlein» ha poi proseguito Stefanazzi, sottolineando come non si tratti di novità, ma di nuovismo perché «faccio fatica a rappresentare come nuovi i protagonisti di questa stagione, minoritaria in Puglia». «Se questo è lo spirito di unità – ha chiosato il deputato salentino – non posso che essere preoccupato».

Tra le altre nomine, alla vicesegreteria salgono Lucia Parchitelli e Gianfranco Palmisano, mentre alla vicepresidenza si piazza Francesca Viggiano, assessora all’Urbanistica del comune di Taranto.

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