«L’atteggiamento da bulletto di quartiere di Calenda è oltre che inqualificabile, anche totalmente ingiustificato, visto che quando si presenta alle elezioni contro Michele Emiliano di solito se ne torna a casa con un misero pugno di voti, come ben testimonia l’1,6% preso alle regionali del 2020». Il deputato del Partito Democratico Ubaldo Pagano entra così a gamba tesa nello scontro tra il presidente della Regione e l’ex ministro. Un contrattacco senza risparmio di colpi.
«Mentre qualche mese fa – ricorda Pagano – quando faceva shopping per le elezioni politiche nominando come suo campione Massimo Cassano, poneva come condizione della sua candidatura l’uscita dalla maggioranza in Regione, oggi prendiamo atto che le cose sono radicalmente cambiate. E, attraverso quello che definisce “dialogo”, pur di giustificare la permanenza dei tre consiglieri in maggioranza, si presta a manovre di puro trasformismo politico. È evidente che la coerenza non sia cosa conosciuta dalle parti di Carlo Calenda».
Il deputato interviene anche in merito all’allontanamento di Michele Emiliano dal Mise durante un incontro. Circostanza quest’ultima raccontata ieri da Calenda. «A Calenda servirebbe rinfrescare la memoria – sottolinea Pagano -. Il presidente Emiliano era al Mise in quei mesi per evitare il disastro in cui siamo piombati poi, proprio grazie alle scelte di Carlo Calenda. Ossia, alla decisione “insindacabile”, quella sì, assunta da vero Ras, di affidare ad Arcelor Mittal la gestione dell’ex Ilva. Oggi quell’azienda ha dimostrato di non aver alcun interesse nello sviluppo di una serio piano industriale, occupazionale e ambientale degli stabilimenti. E mentre noi lottiamo quotidianamente per tutelare i tarantini e i lavoratori – conclude il deputato – per Calenda è tutta acqua passata e occupa le sue giornate a fare campagne acquisti in Puglia».