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Parla Lacarra: «Il voto utile è solo al Pd. I civici? Arma in più per fermare la destra»

«Cancellare il campo largo è stato un errore. Adesso ogni voto al Movimento Cinque Stelle o al Terzo Polo è un regalo alla destra». È un appello al voto utile quello che Marco Lacarra, deputato e segretario regionale del Partito democratico pugliese, lancia a venti giorni esatti dalle elezioni. Il Pd va alle urne senza…

«Cancellare il campo largo è stato un errore. Adesso ogni voto al Movimento Cinque Stelle o al Terzo Polo è un regalo alla destra». È un appello al voto utile quello che Marco Lacarra, deputato e segretario regionale del Partito democratico pugliese, lancia a venti giorni esatti dalle elezioni.

Il Pd va alle urne senza l’appoggio del M5s: la fine del campo largo la preoccupa?

«Direi di sì. Se l’alleanza col M5s fosse stata confermata, soprattutto al Sud, molti collegi uninominali sarebbero stati almeno contendibili. E la colpa è di Giuseppe Conte che ha votato contro il governo Draghi senza consultarsi col Pd e provocando un danno enorme al Paese. Con Azione abbiamo tentato di avviare un percorso comune, ma non è stato possibile. Invece il centrodestra, che negli ultimi anni è sempre stato diviso, si è immediatamente ricompattato. O, meglio, è riuscito a dare l’immagine di una coesione che nei fatti non c’è. Anzi, adesso Lega e Forza Italia, che hanno appoggiato il governo Draghi, vanno a rimorchio di Fratelli d’Italia, che ha accresciuto il proprio consenso stando all’opposizione di quello stesso governo».

C’è margine per un accordo post-elettorale con M5s e Terzo Polo?

«Se il centrodestra non dovesse avere la maggioranza, dovremo avviare una riflessione con chiunque. Intanto è importante che a vincere sia il centrosinistra».

Però i sondaggi danno il M5s in crescita…

«Sia chiaro: con questo sistema elettorale e in un momento in cui Fdi e Pd sono presumibilmente i primi due partiti, ogni voto al M5s o al Terzo Polo è un regalo al centrodestra soprattutto nei collegi uninominali».

E allora come pensate di vincere la battaglia?

«Bisogna vedere ciascun candidato quanti punti di consenso riuscirà a “spostare”. In questo senso i candidati civici, espressione delle liste vicine al presidente Michele Emiliano, possono essere un valore aggiunto in virtù del loro radicamento sul territorio e della loro conoscenza del tessuto economico e sociale. Penso soprattutto a Leo, Torsi, Piemontese, Abbaticchio e agli altri candidati nei collegi».

Ora il Pd pugliese ha sei parlamentari: quanti puntate a ottenerne il 25 settembre?

«Puntiamo innanzitutto a confermarci primo partito in Puglia. Per il resto l’obiettivo è incrementare l’attuale numero di parlamentari».

Quali obiettivi ha in caso di rielezione?

«Le stelle polari saranno lavoro e Sud. Con gli altri parlamentari del Pd abbiamo persino creato una chat per intensificare l’impegno per il Mezzogiorno».

Su Pnrr e fondi al Sud qual è la sua posizione?

«Il Pnrr va applicato, anziché cambiato come sostiene la destra. Non possiamo permetterci ulteriori perdite di tempo che rischierebbero di compromettere l’attuazione del Piano. Quanto al Sud, non deve essergli sottratto nemmeno un centesimo del 40% dei fondi del Pnrr. Ecco, vorrei che su questo la destra si esprimesse in modo chiaro e non ambiguo come ha fatto finora».

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