«A causa dei fondi bloccati dal Governo, in particolare dal ministro Raffaele Fitto, la Puglia rischia di perdere l’attenzione di investitori importanti. Attendiamo la firma del dpcm sulla regolamentazione delle Zes e lo sblocco del Fondo di Coesione. L’investimento di Rcs nell’area industriale di Bari? È ancora in fase di istruttoria, non ne saprò di più prima di un mese e mezzo». Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, preme sull’Esecutivo Meloni affinché sblocchi risorse vitali in questa fase così delicata per il bilancio delle regioni. Sul futuro del territorio, inoltre, non ha dubbi: «Il Mezzogiorno può diventare l’hub energetico del Paese, riuscendo a ottenere vantaggi anche territoriali grazie alla legge regionale sulle compensazioni».
Assessore, il Primo Maggio quest’anno arriva dopo il report di Confindustria Puglia che fotografa le difficoltà delle piccole e medie imprese: in un anno sono diminuite del 13% e gli utili sono diminuiti. La preoccupa?
«Le pmi sono quelle che hanno risentito di più della crisi pandemica ed energetica. Hanno retto negli scorsi anni perché siamo riusciti a fare una grande operazione di liquidità. Oggi è importante insistere sulla transizione energetica perché la speculazione non è un fenomeno transitorio».
La Puglia è la prima regione italiana per produzione di energia rinnovabile. C’è il rischio che i benefici prendano altre strade, arricchendo altri?
«Non riusciamo ad essere autonomi energeticamente nonostante i tanti sforzi. Si tratta di un processo che dobbiamo essere bravi a governare e non a subire. Abbiamo approvato una legge, in accordo con il Governo, che permetterà di godere di importanti vantaggi in termini di risparmio energetico per chi investe sul territorio. Se le aziende pagano meno l’energia saranno ancora più invogliate a investire in Puglia. C’è la necessità di un nuovo protagonismo del territorio ma anche di ridurre il fenomeno “nimby” (sì ma non a casa mia, ndr)».
Un ruolo importante, anche in questo, lo giocheranno gli investimenti. Avete avuto risposte dal Governo sullo sblocco del Fondo di Coesione?
«Ancora no. Inoltre ci sono le Zes che attendono la firma del dpcm per la regolamentazione che è già stato approvato, lo ricordo, dalla Conferenza Stato-Regioni. Stiamo rischiando di perdere importanti investitori nazionali e internazionali».
Ad esempio?
«I nomi non sono in mio possesso ma dei commissari straordinari. Bisogna procedere velocemente con le riperimetrazioni delle aree. Se una grande azienda ha bisogno di uno spazio più ampio e non trova soddisfazione nell’attuale disponibilità delle Zes non può fare altro che andare via. È questo quello che accadrà senza la ratifica da parte del ministro Fitto. Bisognerebbe tenere sempre a mente che queste società, soprattutto se internazionali, non scelgono le Zes tanto per le agevolazioni fiscali quanto per la burocrazia zero ed è fondamentale considerare l’intera regione come una grande zona economica speciale».
Un’altra partita aperta con il Governo riguarda i fondi Fesr.
«Anche su questo non si può più aspettare. La nostra programmazione si basa sul riparto definito dal precedente Governo. La delibera Cipe, però, si è poi arenata. Sono in ballo quattro miliardi di euro, tra cui importanti opere infrastrutturali. Mentre in Germania si sta portando avanti una politica particolarmente aggressiva sul piano degli incentivi il Governo italiano rallentando».
Che tempi vi siete dati?
«Noi entro due settimane vogliamo aprire la discussione sui bandi con il partenariato. Speriamo che il Governo cambi passo».
Una grande impresa che vuole investire su Bari, così come anticipato da “L’Edicola del Sud”, è Rcs. Il colosso dell’editoria sarebbe pronto ad aprire un hub digitale nell’area industriale. Le risulta?
«È stato presentato un progetto ed è in istruttoria. Finché non sarà approvato non ne saprò di più. Servirà circa un mese e mezzo».
Come interpreta i movimenti politici in corso all’interno del Consiglio Regionale con la nascita di un gruppo centrista che potrebbe fare da “costola” dell’attuale coalizione di governo?
«Penso che alcuni consiglieri stiano facendo una scelta legittima, in linea con le evoluzioni continue a livello nazionale. La maggioranza ne uscirà sicuramente rafforzata».