«Resterò fino all’ultimo giorno del mandato». È l’ultimo annuncio in ordine di tempo fatto in Consiglio regionale dal governatore Michele Emiliano. Un cambio di programma, l’ennesimo, sul suo futuro politico dopo il primo annuncio ufficiale di settembre 2022, quando disse di volersi ritirare dalle scene lasciando il testimone al sindaco barese Antonio Decaro.
Da allora gli scenari sono cambiati fino alla dichiarazione fatta in aula con la promessa di restare alla Regione ed escludendo la candidatura alle Europee nell’aria da mesi. Un fulmine a ciel sereno che ha riaperto i giochi in vista delle scadenze elettorali del 2024, elezioni europee appunto insieme alle comunali a Bari, e del 2025, con le regionali. Fino a ieri, invece, Emiliano sembrava attratto dalla prospettiva di Bruxelles. Nelle scorse settimane era circolata voce di un imminente incarico per il presidente pugliese ai vertici della nuova segreteria nazionale indicata da Elly Schlein. E subito dopo di un possibile accordo per fare il capolista al Sud scalzando l’uscente Pina Picierno. Naufragate le ipotesi e di fronte alla freddezza di Elly, Emiliano ha cambiato modulo in corsa. E infatti la promessa di restare alla regione fino al 2025 fa intravedere la nuova strategia.
Da un lato Emiliano vuol lanciare un segnale alle civiche della sua area, Per la Puglia, Con, Popolari, disorientate per l’incertezza sul futuro del loro leader. Dall’altro tracciare un percorso alternativo in vista delle scadenze elettorali, a partire dalle amministrative di maggio. Un rimescolamento che negli ultimi giorni ha visto riavvicinarlo a Decaro, anche lui snobbato dai nuovi vertici Pd. Obiettivo comune: arrivare a chiudere il famigerato accordo quadro per entrambi assegnando a ognuno la casella giusta, ma soprattutto evitando fratture o errori tattici. E così, in base al nuovo compromesso Emiliano e Decaro, stanno per mettersi in proprio rivitalizzando le rispettive leadership.
Un percorso meno legato alla sterzata a sinistra di Schlein e più orientato verso l’area moderata del centrosinistra, con un occhio anche verso il centrodestra, in particolare a Forza Italia. In base ai piani Decaro dovrebbe andare in Europa nel 2024 quando scadrà il mandato al Comune di Bari. Nel frattempo con Emiliano sceglieranno il futuro candidato sindaco del capoluogo individuando una figura neutra da scegliere possibilmente con le primarie. Ed Emiliano invece? L’obiettivo è centrare la candidatura per il terzo mandato alla Regione Puglia. Altra opzione già circolata anche se legata alla modifica della legge statale in materia da parte del governo Meloni. Una correzione tornata alla ribalta nelle ultime ore per il pressing del presidente leghista Zaia a caccia di una deroga al limite dei tre mandati per poterne affrontare un quarto candidandosi nel 2025. Se Palazzo Chigi concederà l’aiutino a Zaia non potrà non farlo per Emiliano. Una stura che rimetterebbe in pista il governatore pronto a cimentarsi con la composizione di un centrosinistra modello “extra large” come quello delle due ultime tornate vincenti. Di qui la riapertura del dialogo in Consiglio regionale persino con Azione: una manovra che prevede accordi ad ampio raggio approfittando del profondo letargo in cui sembra sprofondato il centrodestra pugliese, privo di candidati e proposte, nonostante il vento in poppa del governo Meloni e del clima favorevole.