Il governo Meloni intende accelerare sulla separazione delle carriere dei magistrati. Il guardasigilli Carlo Nordio l’ha ribadito rispondendo a un’interrogazione parlamentare sulla vicenda di Gabriele Elia, l’ex assessore di Cellino San Marco che, nella sezione della Cassazione chiamata a giudicarlo, ha trovato il pm che dieci anni fa chiese e ottenne il suo arresto.
La risposta
Rispondendo all’interrogazione presentata dal deputato berlusconiano Alessandro Cattaneo, il ministro della Giustizia è stato chiaro: «La vicenda rafforza il convincimento di questo Governo – ha scritto Nordio – sull’esigenza di portare a compimento l’attuazione del codice accusatorio attraverso la separazione della carriera giudicante e della carriera requirente che finalmente garantirà effettività ai principi di terzietà e imparzialità del giudice». Parole alle quali Elia, in attesa della sentenza della Cassazione sulla condanna a sei anni di reclusione rimediata in appello, ha risposto ringraziando il guardasigilli e chiedendo al presidente della Repubblica, a quello della Suprema Corte e al numero due del Csm di cambiare la sezione che nelle prossime settimane dovrà giudicarlo.
La vicenda
Era aprile 2015, quando i carabinieri arrestarono Elia e altre 13 persone. L’allora assessore comunale avrebbe fatto parte di un sistema che avrebbe pilotato gli appalti in cambio di mazzette. Condannato a sei anni e sei mesi dal Tribunale di Brindisi e a “soli” sei anni dalla Corte d’appello di Lecce, Elia è ora in attesa del verdetto definitivo.