Gli agenti della Digos di Foggia e della Polizia postale hanno eseguito una ordinanza applicativa della misura interdittiva dai pubblici uffici per 12 mesi, e del divieto temporaneo di esercitare attività d’impresa e ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche, nei confronti di Ludovico Maffei, ex presidente di Astra, una cooperativa concessionaria di un appalto pubblico per la fornitura di servizi per gli asili nido comunali a Foggia.
Maffei, secondo l’ipotesi accusatoria, avvalendosi della sua carica sociale e quindi nella sua veste primaria di datore di lavoro, avrebbe minacciato le lavoratrici prospettando loro un licenziamento o un mancato rinnovo contrattuale se non avessero votato per suo figlio, Danilo Maffei, candidato alle elezioni comunali del 2019 (venne eletto consigliere con 913 preferenze nella lista dell’ex sindaco Franco Landella ‘Foggia Vince’).
Ludovico Maffei è ritenuto responsabile dei reati di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, istigazione alla corruzione, violenza privata, violenza o minaccia ad un elettore. Danilo Maffei si candidò anche alle elezioni regionali del 2020, non riuscendo però ad essere eletto. Per quest’ultima elezione, dopo un esposto dell’attuale assessore regionale al Welfare Rosa Barone, fu aperto un secondo filone di inchiesta e furono indagate 21 persone alle quali è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini per corruzione elettorale: secondo l’accusa queste persone, in cambio di denaro o altra utilità, avrebbero espresso il proprio consenso in favore di un candidato, fornendo come prova del voto una foto scattata nella cabina elettorale.