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«Mianulli? Nomina politica». Bufera sul leader del Parco della Murgia materana

Legambiente e la Cgil non hanno dubbi: la nomina di Giovanni Mianulli a presidente del Parco della Murgia materana è stata dettata da «affinità politiche» che ancora una volta hanno avuto la meglio «su esperienza e professionalità». Tanto che l’associazione chiede a Mianulli di fare un passo indietro, mentre il sindacato preannuncia l’accesso agli atti…

Legambiente e la Cgil non hanno dubbi: la nomina di Giovanni Mianulli a presidente del Parco della Murgia materana è stata dettata da «affinità politiche» che ancora una volta hanno avuto la meglio «su esperienza e professionalità». Tanto che l’associazione chiede a Mianulli di fare un passo indietro, mentre il sindacato preannuncia l’accesso agli atti relativi alla nomina.

La scelta del presidente è stata effettuata nei giorni scorsi dai vertici della Regione. Mianulli, lucano di Montescaglioso, ha avuto la meglio su altri 28 candidati. Secondo Legambiente, però, il neo-presidente non incarna quella «figura di alto profilo» necessaria per «garantire le competenze gestionali indispensabili per rispondere alle esigenze di governo di un territorio complesso come quello del Parco della Murgia materana». Sempre secondo gli ambientalisti, inoltre, la nomina di Mianulli non soddisfa i requisiti fissati dall’avviso pubblico approvato dal Consiglio regionale «in termini di competenza ed esperienza in materia di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio naturalistico e ambientale, conoscenza del territorio e delle sue problematiche». Di qui l’appello al diretto interessato: «Invitiamo il neopresidente incaricato – fanno sapere i vertici locali di Legambiente – a riflettere sulla contraddizione che accompagna la sua nomina e, in coscienza, a rinunciare all’incarico. Sarebbe un bell’esempio di onestà intellettuale e di correttezza».

Contro la designazione di Mianulli si scaglia anche la Cgil, convinta che la nomina del nuovo presidente del Parco della Murgia materana sia stata dettata da un unico criterio, cioè dal «posizionamento di una figura politica vicina alla maggioranza del governo regionale per esercitare la funzione di controllo sugli atti e sui provvedimenti di enti sub-regionali». Ecco perché il maggiore sindacato della sinistra promette battaglia: «Il Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano rientra nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco ed è una vasta area naturale protetta di inestimabile valore naturalistico che svolge una funzione di difesa e mantenimento del delicato ecosistema del territorio. Ritenendo che la figura del presidente del Parco debba essere un professionista con comprovate esperienze maturate nel settore, al di là dell’appartenenza politica, come già avvenuto in altre occasioni ci attiveremo per chiedere un accesso agli atti».

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