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Meloni assente al vertice sull’Ucraina, Tajani: «Italia non isolata, scelta di coerenza»

L’assenza dell’Italia al recente vertice della cosiddetta "coalizione dei Volenterosi" per l’Ucraina, tenutosi a margine del summit della Comunità Politica Europea a Tirana, accende il dibattito politico. Mentre i leader di Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Ucraina discutevano con il presidente statunitense Donald Trump la strategia da adottare contro Mosca, Roma ha scelto di…
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L’assenza dell’Italia al recente vertice della cosiddetta “coalizione dei Volenterosi” per l’Ucraina, tenutosi a margine del summit della Comunità Politica Europea a Tirana, accende il dibattito politico. Mentre i leader di Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Ucraina discutevano con il presidente statunitense Donald Trump la strategia da adottare contro Mosca, Roma ha scelto di non partecipare.

«L’Italia ha chiaramente detto di non essere disponibile a inviare truppe in Ucraina. Non avrebbe senso partecipare a formati con obiettivi che non condividiamo. È una scelta di coerenza». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Le critiche non sono mancate, soprattutto da parte dell’opposizione che ha parlato di isolamento internazionale.

Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha respinto con forza tali accuse, parlando da Noto, dove ha partecipato alla convention “Forza Italia, Forza di Territorio”. «Non mi pare che siamo isolati. L’opposizione fa il suo gioco e trova sponda nei socialdemocratici tedeschi, ma noi siamo e restiamo protagonisti».

Tajani ha inoltre ricordato i contatti in corso. «Meloni vedrà stasera il cancelliere tedesco Friedrich Merz, mentre io sarò a cena con Marco Rubio, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Nessun isolamento».

Durante il vertice di Tirana, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto una conversazione telefonica con Trump, insieme ai leader europei, definendo “inaccettabile” la posizione russa nei negoziati. «Dobbiamo essere pronti ad andare fino in fondo», ha dichiarato Il premier britannico Keir Starmer.

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