Settembre è la nuova deadline per i tre ispettori, che dal 25 marzo scorso sono al lavoro, negli uffici della Prefettura di Bari per dare una risposta ai “dubbi” del ministero dell’Interno sull’ipotesi infiltrazioni mafiose nei gangli del Comune.
L’ex prefetto (è stato tra l’altro, a Taranto) 70enne Claudio Sammartino, il viceprefetto avellinese 56enne Antonio Giannelli e il 37enne pugliese Giuseppe Pio Stola, capitano della Guardia di finanza, nominati a marzo dal ministro Piantedosi, non ce la faranno a portare a termine l’incarico per il 25 giugno, nei tre mesi previsti, ma con ogni probabilità continueranno l’esame della voluminosa documentazione fino a fine settembre.
A breve, infatti, i tre 007 chiederanno, come consente la norma, una proroga, che dovrà essere concessa dal ministero, sentito il parere della Prefettura competente.
I commissari erano stati nominati su richiesta del centrodestra, dopo lo scandalo esploso con l’inchiesta Codice Interno, che con l’Amtab aveva lambito l’amministrazione comunale. Il 25 marzo si erano insediati negli uffici della Prefettura di Bari, per esaminare tutti gli atti relativi all’inchiesta, cui il ministro Piantedosi aveva affidato il compito di fare luce su eventuali legami tra mafia e politica baresi.
Una scelta che aveva generato indignazione e malumore nel sindaco Antonio Decaro e nell’intera città. All’indomani della telefonata che annunciava l’arrivo, il primo cittadino aveva convocato una conferenza stampa nella quale aveva esternato il suo dissenso e la ferma posizione.
Da allora sono trascorsi già due mesi, durante i quali i tre commissari hanno passato al setaccio appalti, contratti e servizi e, in particolare, la situazione dell’Amtab, nella quale sarebbero state numerose le assunzioni di pregiudicati, affiliati ai clan Parisi-Palermiti, oltre ad essersi creata una sorta di condizione di assoggettamento ai desiderata del clan.
Hanno chiesto e ottenuto dalla Dda di Bari copia dell’ordinanza cautelare e di tutti gli atti giudiziari non coperti da segreto istruttorio. Fra un mese avrebbero dovuto presentare al prefetto di Bari, Francesco Russo, le proprie conclusioni. Ma evidentemente la quantità della documentazione è talmente elevata da necessitare di altro tempo. Proprio nei giorni scorsi, peraltro, la Procura antimafia di Bari, ha chiesto e ottenuto dal tribunale che si disponesse il giudizio immediato per 105 degli oltre 130 indagati nell’inchiesta Codice Interno, tra i quali l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e sua moglie Mari Lorusso.
Da settembre, se la proroga dovesse essere concessa, scatterà il termine di 45 giorni entro i quali il prefetto dovrà inviare al Ministero dell’Interno una relazione nella quale dare conto anche di eventuali legami, se accertati, tra mafia e politica.
Sulla base del contenuto della relazione, il Viminale potrebbe proporre lo scioglimento del Comune, che nel frattempo sarà stato rinnovato in base a quello che i baresi sceglieranno alle prossime comunali di giugno.