Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sollecitato ieri dai parlamentari pugliesi del centrodestra, «ha detto che, vista l’entità dei fatti e lo spessore delle vicende, sarà necessario approfondirne i tratti». Lo ha detto il viceministro della Giustizia e coordinatore di Forza Italia a Bari, Francesco Paolo Sisto, in riferimento all’inchiesta “Codice interno” della Dda di Bari che, ha evidenziato, «non può essere ridotta ad un astratto dibattito politico».
Sisto ha partecipato a una conferenza stampa dei parlamentari pugliesi del centrodestra che si è tenuta alla Camera dei Deputati. Il viceministro ha evidenziato che nel maxi blitz di lunedì scorso «sono state applicate delle incisive misure cautelari che sanciscono l’esistenza di un’associazione di stampo mafioso in grado di infiltrarsi anche nei meccanismi della democrazia. I baresi sono parte lesa e, proprio per questo, abbiamo il dovere di capire quel che può essere accaduto alle loro spalle».
Sisto ha sottolineato che «le norme consentono al ministro dell’Interno di verificare l’entità delle infiltrazioni criminali e gli eventuali collegamenti, diretti o indiretti, dell’amministrazione con la stessa criminalità, per poi, eventualmente, assumere le proprie consequenziali determinazioni».
Replicando ad Antonio Decaro che ieri su Facebook ha, a sua volta, risposto al senatore Gasparri che chiedeva il commissariamento del Comune di Bari, Sisto ha ripreso la metafora calcistica: «Nessuno vuole “vincere a tavolino”, ma è indispensabile, per restituire trasparenza, verificare se ci siano state “partite truccate”. Chiediamo perciò, in virtù delle nostre prerogative parlamentari, che si accerti quanto accaduto per fare la necessaria chiarezza. La datazione al 2019 di alcuni fatti al centro dell’inchiesta significa che in consiglio comunale potremmo aver avuto per cinque anni delle persone elette, secondo la prospettazione di Procura e gip, con meccanismi che hanno visto una larga partecipazione al consenso elettorale dei mafiosi. I baresi hanno così il sacrosanto diritto di conoscere», ha concluso il viceministro.
Gasparri: «Sottoporre il Comune ad attenta verifica»
«Mi riferiscono di un confuso messaggio audiovisivo su un social del sindaco di Bari, Decaro, in cui fa il mio nome. Mi dicono Decaro confermi molti dei nostri sospetti. Parla di imperfezione del mondo e quindi di contatti di questo o di quel candidato della sua area politica con ambienti non propriamente specchiati. Penso che questo video debba essere girato alle autorità giudiziarie, che potranno trovare spunto per le indagini che in corso. Per quanto riguarda poi gli attacchi personali, come si dice a Roma, mi rimbalzano addosso e li respingo direttamente a Decaro». Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.
«La gestione del Comune di Bari deve essere sottoposta ad un’attenta verifica da parte delle autorità competenti. E apprezzo l’iniziativa dei parlamentari del centrodestra che si sono recati dal ministro dell’Interno Piantedosi. Decaro può dare le lezioncine a casa sua, ma non certamente a me. Che amo Bari, la Puglia e sarò molto attento a quello che sta accadendo in una città che merita di essere governata meglio», aggiunge il capogruppo azzurro.
«La situazione barese è tutt’altro che trasparente. Il confuso messaggio audiovisivo di Decaro lo conferma e offre spunti investigativi ulteriori. L’acquisizione di consensi impropri e di passaggi da uno schieramento all’altro che si è verificato al Comune di Bari e alla Regione Puglia andrà approfondita. Masserie per matrimoni comprese», conclude.