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M5S, Beppe Grillo chiude al terzo mandato: tremano i pentastellati pugliesi

Ha avuto l’effetto di un terremoto: ha sconvolto le vacanze e ha fatto vibrare chat e smartphone di buona parte degli eletti del Movimento 5 Stelle che, tra un tuffo e un aperitivo nei luoghi di vacanza, si sono rincorsi per commentare quello che i media battevano come la notizia politica del giorno. Beppe Grillo,…

Ha avuto l’effetto di un terremoto: ha sconvolto le vacanze e ha fatto vibrare chat e smartphone di buona parte degli eletti del Movimento 5 Stelle che, tra un tuffo e un aperitivo nei luoghi di vacanza, si sono rincorsi per commentare quello che i media battevano come la notizia politica del giorno. Beppe Grillo, fondatore con Gianroberto Casaleggio della forza politica che ha rivoluzionato il panorama istituzionale italiano, ha detto in un post sul suo blog che «simbolo, nome e limite di due mandati elettivi sono valori non negoziabili», mettendo una pietra tombale sulle intenzioni del presidente Giuseppe Conte (a cui quasi tutti i dirigenti pugliesi, in ragione della stessa appartenenza territoriale, fanno riferimento) di trasformare i grillini in un partito tradizionale.

Gli effetti sul Consiglio

Le indicazioni di Grillo, se non dovessero intervenire esuberanze da parte dello stesso comico e garante del Movimento, infatti, rotolano una pietra tombale sulle aspirazioni di molti nel voler prolungare la permanenza, spesso con lauti compensi, nelle istituzioni nazionali e territoriali. A partire dai cinque consiglieri regionali che sono stati tutti rieletti nel 2020, dopo essere entrati in aula nel 2015. Così per il capogruppo Marco Galante, per l’ex assessora Rosa Barone, per l’ex delegata alla cultura Grazia Di Bari, per l’ex candidata presidente Antonella Laricchia e per Cristian Casilli questo potrebbe essere l’ultimo anno nell’aula di via Gentile, dopodiché o avranno la possibilità, come è stata offerta a molti ex parlamentari, di ottenere incarichi retribuiti all’interno del gruppo oppure dovranno tornare alle loro attività originarie.

Gli effetti sul Parlamento

Stessa sorte anche per i parlamentari rieletti nel 2022 che andranno a scadenza nel 2027, se la 19esima legislatura dovesse compiere il suo completo percorso quinquennale. Tra quanti dovranno lasciare la politica attiva, secondo il dettato di Grillo, il coordinatore regionale Leonardo Donno, Giorgio Lovecchio, Marco Pellegrini, Gianmauro Dell’Olio, Patty L’Abbate, Carla Giuliano, tutti membri della Camera dei deputati. Così come sarà costretta a lasciare il Senato Gisella Naturale, mentre per Antonio Trevisi potrebbe esserci una nuova opportunità visto il suo recente passaggio nel gruppo di Forza Italia a Palazzo Madama. Anche gli europarlamentari Mario Furore e Valentina Palmisano sono dei “veterani”, ma per loro c’è la consolazione che il secondo mandato è appena iniziato e fra cinque anni, tempo biblico per la politica, tutto potrebbe nuovamente cambiare.

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