La Puglia è ancora una volta il laboratorio politico del centrosinistra. Enrico Letta l’ha detto senza mezzi termini durante la sua visita di ieri in Puglia. Un tour elettorale che è stata anche l’occasione per serrare i ranghi in un partito, il Pd, fortemente scosso per le vicende congressuali. «Queste elezioni sono un test per il “campo largo” che il partito ha scelto di costruirsi intorno – afferma il segretario nazionale del Pd -. Cinque anni fa vincemmo in soli sei comuni capoluoghi su 26 chiamati alle urne. Andammo quasi ovunque da soli. Questa volta si è fatta una scelta diversa». Nonostante si tratti di elezioni molto diverse rispetto alle politiche, Enrico Letta ripone grande importanza a queste comunali per decidere cosa fare in futuro nel resto d’Italia. «Per noi sarà molto importante il risultato – ha sottolineato – per sapere se la strategia che stiamo mettendo in campo, che ha già dato risultati importanti a ottobre, sia quella giusta».
A Barletta. Dove tutto è iniziato
La prima tappa della giornata pugliese di Enrico Letta è stata Barletta. Proprio la candidatura di Santa Scommegna aveva diviso il partito, con Francesco Boccia e la segreteria nazionale contro la scelta di Marco Lacarra. Da questo scontro è nato il secondo commissariamento regionale. Il segretario nazionale ieri ha stemperato gli animi. «I partiti politici in quanto tali, soprattutto se sono grandi, sono luoghi nei quali si discute e quello che avviene in Puglia avviene in tutta Italia – ha affermato -. Sono reduce dal Friuli e dal Veneto e posso assicurare che le discussioni ci sono dovunque. Fa parte del nostro modo di intendere la politica. C’è un partito in cui si discute perché è un partito democratico in cui sono i cittadini e gli iscritti che decidono e decideranno anche qui. Non siamo il partito del leader – ha sottolineato – e io non sono il padrone come capita nei partiti di destra e di centro destra dove il capo è il padrone».
La Puglia al centro delle politiche energetiche
La visita in Puglia è stata l’occasione anche per rimarcare la centralità della regione nelle politiche energetiche del Paese. «L’invasione russa dell’Ucraina – ha dichiarato Letta – ha dimostrato in modo molto chiaro ed evidente che il nostro Paese è troppo dipendente energeticamente e c’è bisogno di cambiare. Questo cambiamento passa attraverso una scelta di indipendenza in cui la sostenibilità e il fatto di poter spingere soprattutto sulle fonti sostenibili è l’obiettivo principale. Ci sono – prosegue Letta – alcune regioni che per la loro configurazione geografica sono più attrezzate di altre e la Puglia sicuramente gioca e giocherà un ruolo fondamentale per il Paese e il Paese deve riconoscere alla Puglia questo ruolo. Non deve essere qualcosa di estemporaneo ed eccezionale – ha concluso- cioè credo che l’Italia intera deve sapere che la Puglia può giocare questo ruolo».
«A Taranto si riparte dalla decarbonizzazione del siderurgico»
In serata Enrico Letta è arrivato a Taranto dove, insieme ai vertici regionali del partito e al presidente Michele Emiliano, ha partecipato a una iniziativa di sostegno al candidato Rinaldo Melucci. È stata l’occasione per il segretario del partito per rimarcare la sua posizione. «Il futuro di Taranto riparte dalla decarbonizzazione del siderurgico – ha affermato – ma anche dalle tante opportunità che Taranto avrà a partire, ovviamente, dai Giochi del Mediterraneo del 2026, che saranno insieme alle Olimpiadi di Cortina e Milano il grande evento per l’Italia».
«Noi voteremo sì contro il fossile e le emissioni»
La questione ambientale è al centro di questa campagna elettorale. Ieri era anche la vigilia della decisione del Parlamento europeo sul fossile e il Piano di riduzione delle emissioni. «Noi saremo lì a dire sì – ha sottolineato il segretario del Pd – se il futuro deve essere green o nero come il fossile, perché si decide sul piano di riduzione delle emissioni. Interessa anche Taranto, interessa la Puglia, interessa un futuro che noi vogliamo sostenibile». Enrico Letta ha colto l’occasione per incalzare, anche su questo tema, la Lega e Matteo Salvini. «Hanno deciso di votare contro quel piano – sottolinea il segretario-. Vogliono un futuro nero per l’Italia, vogliono un futuro fossile. Il futuro green passa soprattutto attraverso il polo della Puglia, del Mezzogiorno, che è fondamentale per la sostenibilità».
«Il Pnrr? Non solo infrastrutture ma anche coesione sociale»
Infine il Pnrr, ancora di salvataggio per tutti i partiti in questa campagna elettorale caratterizzata da una netta dipendenza dalle finanze europee per realizzare qualsiasi progetto. «È un obiettivo eccezionale, unico, straordinario e irripetibile – ha affermato -. Tante risorse non si sono mai viste e temo e credo che non si vedranno mai più. Credo quindi sia molto importante – ha concluso – che Regioni e Comuni siano in grado di lavorare tra loro e con il governo centrale. C’è bisogno anche e soprattutto di far sì che questi fondi siano ben utilizzati con l’idea di un percorso lungo. Le infrastrutture sì, ma anche la coesione sociale».