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Legge di Bilancio, in pensione a 64 anni solo con doppio contributo pensionistico

Grosse novità in ambito pensionistico, introdotte da un emendamento della nuova legge di Bilancio: l'obiettivo è rendere più flessibile l'accesso alla pensione, fissata a 64 anni con 20 anni di contributi. La scriminante è quella di cumulare contributi sufficienti in un fondo complementare. La somma dei contributi previdenziali obbligatori, con quelli complementari, basterà a permettere…
(Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Grosse novità in ambito pensionistico, introdotte da un emendamento della nuova legge di Bilancio: l’obiettivo è rendere più flessibile l’accesso alla pensione, fissata a 64 anni con 20 anni di contributi. La scriminante è quella di cumulare contributi sufficienti in un fondo complementare.

La somma dei contributi previdenziali obbligatori, con quelli complementari, basterà a permettere l’accesso al vitalizio al termine della carriera lavorativa.

La normativa attuale permette di andare in pensione a 64 anni, con un minimo di 20 anni di contributi, solo se l’importo dell’assegno che si percepirà è pari a 3 volte la pensione minima per gli uomini e 2,8 volte per le donne (una stima approssimativa di 1600 euro).

Per raggiungere tale somma, ora contribuirà anche la rendita previdenziale del fondo complementare. Nel giro di cinque anni però, a partire già dal 2025, gli anni di contributi necessari passeranno prima a 25 e infine a 30 (2030).

Soddisfatto del risultato il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon: «Per la prima volta nella previdenza italiana si potranno cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni. Con il provvedimento si interviene in tema pensionistico affrontando concretamente il problema delle pensioni povere, destinate ad aumentare a fronte di un sistema contributivo che sarà più prevalente».

Di diverso avviso la Cgil che lamenta il mancato superamento della legge sulle pensioni Monti-Fornero: «Gli emendamenti presentati dall’esecutivo alla Legge di Bilancio non solo non affrontano le disuguaglianze strutturali del sistema previdenziale italiano, ma certificano che nonostante le promesse di superamento della Legge Fornero, sarà questa l’unica norma con cui si potrà accedere al pensionamento oggi e in futuro.

Invece di rimuovere gli importi soglia, ormai irraggiungibili per la maggior parte dei lavoratori, il Governo propone strade alternative che non fanno altro che aggirare il problema.

Anzi, si peggiorano nuovamente i requisiti: per coloro che utilizzeranno questa uscita non saranno più necessari 20 anni, ma dal 2025 ne saranno richiesti 25 e dal 2030 addirittura 30, con un importo soglia che in questo caso dovrà raggiungere 3,2 volte l’assegno sociale, ovvero 1.710 euro circa, 400 euro in più rispetto all’importo soglia del 2022»

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