L’addio di Stefàno al Pd: «Troppi errori. Sacrificata l’anima riformista»

«Troppi errori, lascio il Pd». Il senatore Dario Stefàno ha deciso di lasciare il partito dopo che, proprio Enrico Letta, negli scorsi mesi, lo aveva convinto a rimuovere la propria autosospensione. «Consegnerò nelle sue mani la mia tessera – afferma il senatore -. Sono stati fatti errori sia tattici sia di strategia politica che rischiano di compromettere i risultati di un intenso lavoro svolto per tutta la legislatura senza soste e mirato ad arginare, in primis, gli effetti della crisi pandemica ed economica, ma anche una deriva populista e antieuropeista pericolosa per l’Italia e per le prossime generazioni». A non convincere Dario Stefàno è soprattutto il rapporto tra il partito e le liste civiche pugliesi.

«Il segretario del Pd a Roma e qualcun altro in Puglia, scientemente – sottolinea Stefàno – perseguono l’obiettivo di sacrificare l’anima riformista del partito, pure così importante. In un momento in cui è più che mai necessario dimostrare coraggio e avere chiarezza per affrontare e arginare sovranismi e populismi, nella mia regione, la Puglia, il Pd sta invece instaurando un sodalizio con un civismo opaco e di convenienza, in una pura logica di “scambio di voti”, negoziando postazioni istituzionali e luoghi di potere, con cui personalmente non ho ragione di condividere nulla. Men che meno – conclude Stefàno – mortificare principi e convincimenti a cui sono stato educato e su cui ho ispirato e costruito la mia vita, privata e pubblica».

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