Il deputato Marco Lacarra non ha digerito il boccone amaro dello stop alla sua candidatura a sindaco di Bari ordinato dalla segretaria del Pd Elly Schlein. Il veto è spuntato domenica scorsa, fra una portata e l’altra di un pranzo conviviale in un bar del centro alla presenza del sindaco uscente Antonio Decaro, del capogruppo al Senato Francesco Boccia, del segretario regionale dem Domenico De Santis e del governatore Michele Emiliano. Schlein ha dettato la linea imponendo al partito pugliese unità, compattezza e disponibilità a ricomprendere l’ala radicale (Sinistra Italiana, Socialisti, La Giusta Causa). Quanto alle candidature, la segretaria ha indicato la via maestra delle primarie, ma ha detto no alla candidatura di parlamentari.
E proprio quest’ultimo passaggio ha fatto infuriare Lacarra che ieri non ha rilasciato dichiarazioni, ma ha lasciato trasparire tutto il disappunto. Un veto del genere, dicono fonti a lui vicine, dovrebbe passare dalla direzione nazionale del partito. Soprattutto, però, Lacarra avrebbe parlato a più riprese con la segretaria Schlein durante le sue tappe pugliesi senza ricevere mai alcuna comunicazione del genere. Inoltre, dicono sempre dal suo entourage, la “autocandidatura” del deputato è determinata dalla volontà di sostenere il Pd arginando le pretese delle liste civiche, a partire dal movimento Con. In serata, poi, Lacarra ha diffuso un comunicato che la dice lunga sulla sua volontà di ritirarsi dopo il veto della Schlein. Infatti il suo laboratorio politico, Officine Progressiste, si riunirà venerdì per una giornata di approfondimento e riflessione sul disagio giovanile a cui parteciperanno il presidente Emiliano e il sindaco Decaro e vedrà tra i partecipanti, ma anche l’ex ministro Andrea Orlando, l’ex presidente del gruppo dem alla Camera Debora Serracchiani, il numero uno del Pd all’Europarlamento Brando Benifei, la più giovane parlamentare della legislatura Rachele Scarpa e la responsabile scuola Irene Manzi. Insomma, una risposta forte di cui bisognerà tener conto al tavolo di coalizione.
Delusi per lo stop a Lacarra anche il governatore Emiliano e il segretario De Santis che caldeggiavano la candidatura del deputato come anche per innescare il risiko che porterebbe l’assessora regionale Anita Maurodinoia in Parlamento, in sostituzione proprio di Lacarra, e lo stesso De Santis in Consiglio regionale.
L’unico soddisfatto del siluramento di Lacarra sarebbe il sindaco Decaro che valuta positivamente la possibilità che sia uno dei due assessori Pietro Petruzzelli e Paola Romano a raccogliere il suo testimone.
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Di Paolo Ruscitto24 Novembre 2024