Si apre una pericolosa crepa in maggioranza regionale fra il gruppo di Azione ed il resto degli alleati sulla questione della decadenza dei direttori generali che non rispettano i tetti sulla spesa farmaceutica.
Un cavallo di battaglia dei consiglieri Amati, Clemente e Mennea, che dal 2022 chiedono a gran voce l’applicazione della tagliola sui manager sanitari stante i continui sforamenti milionari della spesa.
Di traverso, però, s’è messo il gruppo Pd che ha bocciato in toto il licenziamento dei dg come panacea di tutti i mali. Posizione condivisa dal resto degli alleati Cinque Stelle e civici Con, Per la Puglia e Popolari che proprio ieri hanno depositato una proposta di legge per cancellare ex abrupto la legge Amati del 2022.
I proponenti puntano da un lato a salvare i Dg, ritenuti non responsabili di un problema presente in tutte le regioni, e dall’altro a presentare una riorganizzazione della sanità con un piano strutturale e condiviso finalizzato a combattere gli sperperi nell’acquisto di medicinali, protesi e dispositivi medici.
A coordinare i lavori preparatori del nuovo testo il professor Luigi Lopalco, epidemiologo, ex assessore alla sanità e attuale consigliere Pd. La cancellazione della legge Amati avrà una corsia privilegiata con la discussione già inserita all’ordine del giorno del 22 maggio della commissione sanità. Un’iniziativa che non scompone il diretto interessato forte dell’appoggio del governatore Emiliano che non vuol rinunciare ai voti di Azione in consiglio regionale.
«Vedremo cosa ci vogliono proporre i nostri colleghi», spiega Amati all’Edicola del Sud, «teoricamente potrebbero anche migliorare la nostra legge, magari inserendo maggior rigore nel perseguimento dei risparmi sulla spesa sanitaria». In caso contrario? «Se si tratta di risolvere il problema dei direttori generali, perché magari, che ne so, sono simpatici nonostante abbiano violato la norma sui tetti di spesa, e allora in quel caso ci vuole un attimo a passare dalla legalità al condono, alla sanatoria. Noi siamo contrari a queste robe perché altrimenti di questo passo andrà a finire che gli unici colpevoli dei disastri della sanità sono i cittadini in fila al Cup».
Il rischio, insomma, è che si scateni una guerra interna al centrosinistra regionale con le opposizioni che, ovviamente gongolano. «Apprendiamo di un ripensamento del Pd sulla decadenza dei direttori generali delle Asl sulla farmaceutica- incalzano infatti i consiglieri del gruppo di Forza Italia guidati dal capogruppo Paride Mazzotta – E qui si pone una questione politica, l’ennesima nube che incombe sulla tenuta della maggioranza di Emiliano. Il gruppo Azione di Calenda, infatti, aveva subordinato il suo appoggio alla maggioranza proprio alla rotazione dei direttori ed ora ci domandiamo: a fronte di questo evidente dietrofront del Pd, i colleghi sosterranno ugualmente la Giunta?».
«Qualche dubbio l’abbiamo sempre nutrito sulla posizione di Azione – aggiungono- di lotta e di governo. Adesso, non resta che aspettare e vedere quali saranno i prossimi motivi di impasse per un governo regionale sempre più in balia dei desiderata, o finte battaglie, di singoli consiglieri o gruppi».