La riforma Arpal in aula. Ore contate per Massimo Cassano

Scatta l’ora X per decidere le sorti di Massimo Cassano, direttore generale di Arpal, l’Agenzia regionale per il lavoro più volte salvato in aula da mozioni di sfiducia e leggi ad personam. Il Consiglio regionale esaminerà il riordino dell’agenzia che contiene la decadenza di Cassano proposto a fine maggio dal gruppo Pd e rinviato a fine luglio scorso dopo l’intervento in zona Cesarini del governatore Emiliano. Che succederà stavolta?

Sulla carta il provvedimento dovrebbe incassare un sì a larga maggioranza considerando l’appoggio pieno del Pd, delle liste civiche e, almeno fino a luglio, dei Cinque Stelle.

I proponenti, i consiglieri regionali Pd Fabiano Amati, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea, puntano a sostituire la figura del direttore generale di Arpal con quella di un consiglio di amministrazione a cinque componenti con la decadenza automatica dell’attuale manager che dovrebbe scadere nel 2023 e a cui, in caso di ricorso al giudice del lavoro, verrebbero solo riconosciuti gli stipendi non goduti fino alla fine del contratto.

Ma in soccorso di Cassano ci sarebbe ancora una volta il governatore Emiliano che vuole lasciarlo al suo posto considerando il peso elettorale e ciò in barba al divorzio annunciato in piena estate dallo stesso ex sottosegretario di Forza Italia che si accasò con Calenda candidandosi alle politiche sotto il simbolo di Azione.

Nell’operazione recupero Emiliano dovrebbe coinvolgere i Cinque Stelle a cui avrebbe promesso un assessorato e strapuntini di sottogoverno nell’ambito dell’operazione rimpasto. Sfilando l’appoggio dei grillini e contando su qualche defezione dai banchi della minoranza l’ok alla legge anti Cassano potrebbe saltare. Così come potrebbe andare in porto se ci fossero accordi di altro tipo in aula e la roulette russa del voto segreto. In alternativa il testo della legge potrebbe essere modificato con emendamenti ad hoc che garantiscono la permanenza del direttore generale di Arpal.

Una partita da 1X2, insomma, in cui è azzardato fare previsioni ed in cui avranno un peso decisivo trattative ed accordi previsti prima e durante la seduta di consiglio. Lo stesso Cassano, dal canto suo, ritiene illegittimo il provvedimento e preannuncia azioni legali contro chi deciderà di votarlo. Il suo incarico, ritengono i suoi avvocati, discende da una scelta unidirezionale della giunta regionale, una delibera che solo lo stesso governo regionale potrebbe revocare autonomamente.

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