La liquidazione ai consiglieri regionali contrappone civici e M5s in Puglia

«Siamo l’anello forte della coalizione di centrosinistra e perciò chiediamo un riequilibrio politico»: Giuseppe Tupputi, capogruppo della lista Con in Consiglio regionale, non nasconde il malessere nei confronti degli alleati del Movimento Cinque Stelle. Il motivo? Il ritiro della firma, da parte del capogruppo grillino Marco Galante, al disegno di legge che punta a reintrodurre il trattamento di fine mandato per quanti abbiano occupato uno scranno in Via Gentile dal 2013 in poi.

La proposta prevede un assegno da 26.200 euro per chi abbia fatto una legislatura, da 53.200 per chi ne abbia fatte due e addirittura da 78.600 per chi abbia collezionato tre mandati. La norma era stata proposta dai capigruppo del centrosinistra, dunque da Filippo Caracciolo per il Pd, Marco Galante per il M5s e Mauro Vizzino, Giuseppe Tupputi, Saverio Tammacco e Francesco Lanotte per la componente civica. Successivamente, però Galante si è sfilato e ha ritirato la firma. Ed è proprio questa la ragione delle tensioni tra civici e grillini.

«Ritirare la firma a una proposta avanzata da tutti i capigruppo, senza un preventivo confronto, è stata una scelta inopportuna – sottolinea Tupputi – e noi non permettiamo a nessuno di fare retorica o populismo».

Il leader di Con non parla di tensioni o di divergenze insanabili, ma chiede chiarezza su provvedimenti come quello finalizzato a reintrodurre il trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali. Anche perché i civici si sentono l’anello forte, non certo quello debole, della coalizione guidata dal presidente pugliese Michele Emiliano. «Le recenti elezioni amministrative hanno confermato come il sostegno delle nostre liste sia decisivo per il successo dei candidati di centrosinistra – sottolinea Tupputi – Dove la scelta dei candidati è stata condivisa, si è vinto. Dove siamo stati costretti a subire le scelte di altri, si è perso». Chiaro riferimento al caso di Brindisi, dove il leader grillino Giuseppe Conte ha di fatto imposto la candidatura di Roberto Fusco per Pd e M5s, spaccando il centrosinistra e servendo su un piatto d’argento la vittoria all’avversario di centrodestra Pino Marchionna.

Ecco perché, adesso, i civici chiedono un «riequilibrio politico» che è destinato a tradursi non in un rimpasto di giunta, ma in un confronto più serrato sulle strategie della coalizione. Questo anche in vista delle elezioni comunali di Bari, in programma nel 2024: «Non chiediamo cariche, ma che venga riconosciuto il nostro peso politico -conclude Tupputi – Vogliamo strutturarci per continuare a vincere in Puglia. Anche nel capoluogo, senza preclusioni ma senza accettare imposizioni da chicchessia».

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