Al Nazareno circola aria di assedio. Lo tsunami giudiziario pugliese rischia di compromettere il percorso di risalita nei sondaggi e quindi ipoteticamente nelle urne delle elezioni europee che la segretaria del Partito democrtico, Elly Schlein, ha messo in campo fin dalla manifestazione a piazza del Popolo del 12 novembre scorso, quando si è posta come alternativa a Giorgia Meloni.
Un accerchiamento alimentato soprattutto dallo strappo di Giuseppe Conte e del Movimento Cinque Stelle, con l’uscita dalla giunta del presidente Michele Emiliano al governo della Regione Puglia, che dà la sensazione, quasi una certezza, proprio di una manovra a tenaglia nei confronti del Partito democratico. Tuttavia, spinta da una parte dal centrodestra di Giorgia Meloni e dall’altra dai pentastellati, la leader dem cerca di uscire dall’angolo con l’aiuto di uno dei suoi consiglieri: Francesco Boccia.
E sembra che sia stato proprio il capogruppo al Senato a frenare, ieri l’altro, la tentazione della segretaria di rompere definitivamente con il Governatore pugliese, dopo che era circolata la voce di un faccia a faccia tra i due. Secondo alcune ricostruzioni pare che il parlamentare pugliese abbia suggerito che «non sarebbe stata una buona operazione rinunciare a chi i voti li sa conquistare», rivelano fonti prossime ai leader. Anche perché, è il ragionamento che è stato fatto al capo dei dem, Emiliano stesso «non ha rotto con Conte, visto soprattutto il rapporto personale, e quindi è uno dei pochi esponenti di primo piano del partito che potrebbe ricucire un’alleanza», finita a brandelli giovedì a Bari con la conferenza stampa del presidente nazionale dei 5Stelle in cui è stata annunciato l’abbandono della giunta regionale da parte degli eletti.
Intanto, sempre nel quartier generale dem, le giacche a doppiopetto di color pastello della segretaria sono tirate da ogni lato dai capicorrente e dagli aspiranti al Parlamento europeo, a partire dagli uscenti. Gli ultimi spifferi che filtrano dagli uffici del partito raccontano di una Schlein capolista in sole tre circoscrizioni: nord-ovest, centro e nelle isole: un altro bizantinismo tutto Democratico dopo l’ipotesi della testa di lista in tutte e cinque le aree in cui è suddivisa l’Italia. Nelle altre due al vertice ci sarà nel nord–est il presidente dell’assemblea nazionale, Stefano Bonaccini, e al sud Lucia Annunziata.
Ed è proprio nella circoscrizione meridionale che la lista del Pd è quasi pronta, almeno per i candidati di punta. Infatti, dietro la giornalista dovrebbero esserci il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, il portavoce di Schlein, Sandro Ruotolo, e l’uscente vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. Una testa di lista tutta a trazione campana che sta già creando mal di pancia nelle altre regioni, Puglia compresa, con i territori che non ci stanno a essere soltanto serbatoi da cui attingere voti. Anche se, da qui alla direzione nazionale del 29 aprile, la data più probabile per riunire i vertici dem e certificare le liste, mancano ancora due settimane: tempo sufficiente per sbianchettare e correggere.