La corsa degli aspiranti sottosegretari: Sisto e Sasso in prima fila

Il nuovo governo che ha giurato di fronte a Mattarella e che a breve chiederà il voto del Parlamento, sarà chiamato a superare un nuovo scoglio dopo la nomina dei ministri: quella dei sottosegretari.

Il loro ruolo è quello di affiancare i ministri nelle loro attività, agendo dietro delega. Vengono nominati dal Presidente della Repubblica su indicazione del Presidente del Consiglio.

È innegabile che anche la loro scelta, così come quella dei ministri, è soggetta a una spartizione politica tra le forze che compongono la maggioranza.

Non sono pochi i pugliesi che mirano a “conquistare” un posto nel nuovo esecutivo. Su tutti i due uscenti: Francesco Paolo Sisto, senatore di Forza Italia ed ex sottosegretario alla Giustizia, e Rossano Sasso, al ministero dell’Istruzione. Per loro dovrebbero aprirsi le porte della conferma, con il primo che è stato anche in corsa per guidare il Ministero.

Capitolo diverso, invece, riguarda altri esponenti del centrodestra pugliese che pure puntano a un ruolo di primo piano nel governo. È il caso di Marcello Gemmato, tra i fondatori in Puglia di Fratelli d’Italia. Per lui si ipotizza un incarico alla Sanità. Qualora nella divisione un posto in più spettasse a Forza Italia, invece, è Mauro D’Attis l’esponente in pole per ricoprire l’incarico. Oltre che la divisione “aritmetica” degli incarichi, un peso nella scelta lo avrà anche la rappresentatività territoriale. Da questo punto di vista la situazione non gioca a favore di Gemmato visto che la Puglia annovera nel nuovo governo già Raffaele Fitto, con un ruolo ruolo centrale vista la delega ministeriale al Pnrr, oltre Alfredo Mantovano nel ruolo di sottosegretario di Stato.

Tra chi spera c’è anche Roberto Marti, figura storica della Lega in regione. Proprio in virtù del ruolo che ha avuto nella costruzione del partito regionale, potrebbe essere lui a entrare nel governo, qualora la Lega ottenesse in Puglia un secondo “slot”, in aggiunta a Sasso. Come a livello nazionale, il confronto è tra Forza Italia e Lega. Il numero simile di voti farebbe propendere per una divisione quasi scientifica degli incarichi. La maggiore presenza in Puglia, però, farebbe pendere l’asticella in favore degli azzurri berlusconiani. L’impressione, però, è che la divisione terrà conto di un raffronto territoriale più ampio, quantomeno su base meridionale.

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