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Ispezione al Comune di Bari: tempi più lunghi e ora il voto rischia di slittare

E adesso? Quali conseguenze avrà, questo ennesimo terremoto giudiziario e politico, sulle elezioni amministrative in programma l’8 e 9 giugno? Lo scenario è piuttosto fluido, ma una cosa sembra certa: l’ispezione del Comune di Bari, che ieri la premier Giorgia Meloni ha definito «atto doveroso», richiederà tempi più lunghi. Con la conseguenza che il voto…

E adesso? Quali conseguenze avrà, questo ennesimo terremoto giudiziario e politico, sulle elezioni amministrative in programma l’8 e 9 giugno? Lo scenario è piuttosto fluido, ma una cosa sembra certa: l’ispezione del Comune di Bari, che ieri la premier Giorgia Meloni ha definito «atto doveroso», richiederà tempi più lunghi. Con la conseguenza che il voto potrebbe slittare di diversi mesi.

Il prefetto Claudio Sammartino, il vice Antonio Giannelli e l’ufficiale della Guardia di finanza Pio Giuseppe Stola stanno passando al setaccio un corposo faldone in cui c’è di tutto. A cominciare dalle oltre mille pagine delle due ordinanze di custodia cautelare sulla base delle quali, a fine febbraio, più di 130 persone sono state arrestate nell’ambito dell’inchiesta su presunti legami tra malavita e politica locale. Non solo: gli ispettori inviati dal Viminale stanno passando al setaccio i documenti dell’Amtab, l’azienda municipalizzata dei trasporti in cui sarebbero state assunte persone vicine ai clan, e vicende come quella delle due vigilesse, prima sospese e poi licenziate, che avrebbero chiesto aiuto a un gregario del boss Parisi dopo essere state insultate e minacciate da un automobilista.

C’è da scommettere che, dopo gli arresti per presunta corruzione elettorale tra Bari e Triggiano, anche gli atti di quest’ultima indagine finiranno sotto la lente d’ingrandimento di Sammartino, Giannelli e Stola. L’ispezione, che già si preannunciava lunga e laboriosa, è dunque destinata a prendere ancora più tempo. E, secondo molti addetti ai lavori, non potrà avere un esito diverso da quello dello scioglimento del Consiglio comunale. Anche perché, dopo gli oltre 130 arresti nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra clan e politica, sono arrivate le parole del governatore Michele Emiliano, che ha raccontato di aver “affidato” l’ex assessore e attuale sindaco Antonio Decaro alla sorella del boss Tonino Capriati, e l’uccisione di un nipote di quest’ultimo, che a molti fa temere la ripresa della guerra di mafia. «L’inchiesta sul voto di scambio è la mazzata finale – commenta un autorevole esponente politico barese – In queste condizioni, restare da vedere solo quando il Comune sarà commissariato. Perché lo scioglimento è una certezza».

Se i tempi dell’ispezione a Palazzo di città saranno necessariamente più lunghi, quelli dell’audizione di Emiliano e Decaro in Commissione parlamentare antimafia potrebbero rivelarsi più brevi. La deputata Chiara Colosimo, presidente della Bicamerale, ha fatto sapere che il governatore e il sindaco saranno ascoltati entro la fine del mese di aprile. L’ennesimo scossone giudiziario alla politica barese, però, potrebbe spingere la Commissione ad accelerare.

Nel frattempo, in tv, la premier Meloni non ha commentato la nuova inchiesta della Procura barese, ma è tornata sull’ispezione al Comune di Bari: «La decisione del governo dipende dalle richieste che sono arrivate. Penso che sia stato doveroso, da parte del ministro Piantedosi, inviare la commissione d’accesso a Bari all’indomani di un’inchiesta che aveva portato all’arresto di circa 100 persone. Era doveroso. Le accuse rivolte a Piantedosi sono vergognose. La commissione è finalizzata a una verifica, non a uno scioglimento. È la stessa cosa che il governo avrebbe fatto di fronte a qualsiasi altro Comune, nessuna forzatura».

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