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Pd, Domenico De Santis: «L’alleanza con M5S e civici è la via maestra»

«Il congresso rafforzerà il Partito Democratico e la sua unità. Sull’autonomia differenziata non ci sono distingui. Decaro e Emiliano? Non c’è dualità tra i due, si sentono tutti i giorni per portare avanti i programmi del centrosinistra». Domenico De Santis, vice capo di gabinetto della Regione Puglia ma soprattutto candidato unitario alla segreteria regionale del…

«Il congresso rafforzerà il Partito Democratico e la sua unità. Sull’autonomia differenziata non ci sono distingui. Decaro e Emiliano? Non c’è dualità tra i due, si sentono tutti i giorni per portare avanti i programmi del centrosinistra». Domenico De Santis, vice capo di gabinetto della Regione Puglia ma soprattutto candidato unitario alla segreteria regionale del Pd, vede nel ddl Calderoli il primo banco di prova del nuovo Pd.

De Santis, Stefano Bonaccini è stato tra i primi a chiedere maggiore autonomia per l’Emilia Romagna, insieme ai colleghi governatori di Veneto e Lombardia. C’è sintonia nel partito sul no al progetto?

«Bonaccini faceva un altro ragionamento, così come anche Michele Emiliano: partire dalla ridistribuzione corretta delle risorse. Se fatta bene l’autonomia può essere uno strumento di riequilibrio che metta da parte il perimetro della spesa storica. La Banca d’Italia ha calcolato che ogni anno servirebbero 60 miliardi di euro per riequilibrare le risorse pubbliche tra Nord e Sud. Nella proposta originaria si iniziava investendo 10 miliardi e mettendo al centro i Lep. Il ddl Calderoli, invece, rischia di spaccare definitivamente l’Italia perché permetterebbe di chiedere maggiori deleghe solo alle regioni che già attuano i livelli essenziali delle prestazioni. In pratica solo quelle più ricche».

È il ricorso alla spesa storica il limite più grande di questa riforma?

«Non solo ma di certo è uno dei più significativi. Vuol dire calibrare la spesa a quelle che erano le necessità degli anni ’70: chi già ha avrà di più; chi ha meno continuerà ad essere cittadino di serie b. La Regione Puglia ha circa 20 mila dipendenti in meno della Toscana. Il diritto all’asilo pubblico al Sud non è garantito e sono pochissime le scuole che attuano il tempo pieno. Tutto ciò vuol dire negare un ulteriore diritto: quello delle donne al lavoro. Devo continuare?».

Il ddl Calderoli è stato approvato in Consiglio dei Ministri. Ora toccherà al Parlamento esprimersi. Che tipo di opposizione farà il Pd?

«Ci stiamo organizzando anzitutto nei circoli, dove avvieremo a breve la raccolta firme contro la legge e, a livello regionale, ci vedremo tutti il 18 febbraio a Cerignola per una assemblea pubblica. A metà marzo parteciperemo alla grande mobilitazione che sta coinvolgendo associazioni e movimenti in tutto il Sud. Nelle istituzioni, poi, andrà fatta una opposizione dura, punto su punto».

Contro l’autonomia differenziata c’è grande convergenza con il M5s. La Puglia è stata il laboratorio politico di questa alleanza. Che approccio avrà con “Azione-Italia Viva” una volta diventato segretario regionale?

«La via maestra è l’asse tra Pd, M5s e liste civiche. È la strada che ci ha portato negli scorsi giorni anche a vincere le provinciali di Foggia. Non ci sono ipotesi alternative e in vista delle prossime elezioni amministrative apriremo presto il tavolo della convenzione del centrosinistra».

Dalle primarie uscirà un partito finalmente unito?

«Sono convinto di sì. È in corso una discussione seria e franca al nostro interno. Siamo gli unici a usare un sistema democratico per scegliere il segretario e alla lunga sono certo che ci premierà».

In Puglia emerge con forza, però, la dualità tra Decaro e Emiliano per il futuro della Regione e del Comune di Bari. Come intende “gestirla” una volta che sarà segretario?

«Si sono scritte molte ricostruzioni irreali sul rapporto tra il sindaco e il presidente. Tra loro c’è piena sintonia. Si sentono ogni giorno per discutere dei problemi dei pugliesi».

Non sarà lei, dunque, a “mediare” tra loro?

«Non serve un mediatore. Lavorano insieme da vent’anni. Del futuro candidato alla Regione Puglia si discuterà a tempo debito. Siamo tutti concentrati nel realizzare i programmi elettorali per i quali siamo stati scelti».

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