Inflazione su, stipendi al palo: «Con tanti disperati crisi irresponsabile»

Il report Istat, diffuso qualche giorno fa, sulla situazione di ricchezza delle famiglie italiane, restituisce una fotografia sconfortante rispetto alla situazione economica del nostro Paese. Vivono sotto la soglia della povertà oltre l’8% dei nostri connazionali con redditi che non salgono rispetto al resto dell’Europa al contrario dei costi della vita che hanno raggiunto livelli record.

«I dati Istat non fanno altro che andare a confermare quanto dicevamo sulla condizione economica della popolazione, anche considerando la situazione internazionale all’indomani del conflitto in Ucraina. C’è bisogno di prendere in carico complessivamente il tema della povertà, situazione degenerata anche per quanto riguarda persone che fino a poco tempo fa mai avrebbero potuto pensare di ritrovarsi in una situazione di povertà. Lavoro povero, pensioni povere, precarietà dilagante si aggiungono ai poveri assoluti, che purtroppo ci sono sempre stati, ossia coloro che non riescono ad avere un lavoro e vivono condizioni economiche e sociali e che hanno bisogno che intorno a loro che vengano costruite molte opportunità e politiche sociali per poter raggiungere un concetto di emancipazione dalla situazione di indigenza. Ci vuole una politica matura e in grado di comprendere cosa stiamo vivendo». A Parlare è Antonella Morga, referente regionale per la Puglia – tra i suoi tanti incarichi – dell’Alleanza contro la povertà in Italia.

Dott.ssa Morga, il Premier Draghi ha rimesso il mandato nelle mani del Presidente Mattarella, in settimana parlerà alle Camere. L’impressione, però, è che questa crisi politica non potesse arrivare in un momento peggiore.

«Assolutamente sì, non abbiamo bisogno di questa crisi. Come ha detto Cgil in un incontro con il governo avvenuto prima delle dimissioni del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, siamo in una fase talmente delicata che non ci può essere da parte della politica un fare spallucce, rimandi e, addirittura, far partire una crisi i cui connotati, per quanto possano anche essere politicamente comprensibili, non possono essere comprensibili dalle persone. La gente si aspetta risposte, politiche capaci di poter dare ristoro ai loro bisogni. Lo scopo principale della politica, non lo dobbiamo dimenticare, è proprio questo, e se non riesce a farlo vuol dire che ha fallito nel suo scopo. Noi stiamo assistendo a più livelli a questa situazione e poi non è un caso se la gente si allontana dai luoghi della democrazia a partire dalle urne, questo provoca disaffezione e sfiducia, a maggior ragione per il fatto che, con i fondi arrivati dal Pnrr, adesso il governo avrebbe anche le risorse per portare a termine questi obiettivi».

I poveri in Italia sono ormai oltre 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni sono minori. La misura del Reddito di cittadinanza che tanto sta facendo discutere negli ultimi anni, è riuscita ad arginare la situazione?

«Sebbene non sia esente da criticità, il Reddito di Cittadinanza ha salvato dalla povertà, dati alla mano, almeno un milione di persone. La polemica attorno a questa misura è sterile. Solo noi e la Grecia non avevamo ancora attuato misure di contrasto alla povertà. Finalmente abbiamo avuto una risposta universalistica, quella del RdC tagliata sul tema lavoristico, poi il reddito di inclusione. La povertà non gira solo attorno alla mancanza di lavoro, non tutti sono in grado di lavorare, ci sono persone che non ne hanno le abilità fisiche e psichiche e che hanno comunque diritto ad una vita dignitosa. Il reddito di cittadinanza non solo è utile ma non è sufficiente».

Poi, ad aggiungersi alla drammatica situazione interna, anche l’aumento vertiginoso dei costi della vita, dell’energia e dei carburanti che, però, al contrario del resto d’Europa, non sono commisurati ad un aumento degli stipendi.

«Questa situazione richiede un’assunzione di responsabilità da parte della politica. Non può più bastare quello che è stato fatto. A questo proposito abbiamo scritto anche al Presidente della Regione Puglia Emiliano, è necessario mettere in piedi un confronto continuo, pressante e permanente sul tema. Se non facciamo qualcosa subito la situazione si aggraverà in maniera dirompente. Dovremmo puntare subito sull’abbassamento del cuneo fiscale in modo da poter far crescere gli stipendi. Abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa e una crisi politica è proprio tutto quello che al momento avremmo dovuto evitare. Abbiamo disperato bisogno di una stabilità in grado di permettere di creare politiche energetiche per contrastare l’emergenza caldo e siccità che impattano sull’agricoltura, di spendere saggiamente i soldi del Pnrr senza marce indietro dovute ad un cambio di Governo. La politica è in grado di assumersi queste responsabilità? È in grado di mettere da parte i personalismi e gli egoismi per fare il bene delle persone? Ora la politica deve rendersi conto che ha una gravissima responsabilità nei confronti del Paese e dei suoi cittadini. Comportarsi in questo modo, in questa situazione in cui le persone sono sotto scacco da mille fronti diversi, è semplicemente da irresponsabili».

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