«Il sindaco di Piombino dice no al rigassificatore offshore? E allora portiamolo in Puglia»: è il consigliere regionale Fabiano Amati (Pd) a lanciare la proposta sulla quale i candidati al Parlamento puntualmente si dividono. Per il Movimento Cinque Stelle si tratta di «una boutade che lascia il tempo che trova», mentre per il centrodestra il rigassificatore si può fare ma «a fronte di un’attenta programmazione».
I fatti sono noti. Da tempo si discute dell’attivazione di un rigassificatore a Piombino, da molti ritenuto indispensabile per far sì che l’Italia conquisti l’indipendenza energetica. Il sindaco di centrodestra Francesco Ferrari si è detto contrario, scatenando anche un acceso dibattito all’interno di Fratelli d’Italia, e Amati ha colto la palla al balzo. «Già ad aprile scorso – spiega il consigliere pugliese – presentammo una mozione per far sì che la giunta Emiliano candidasse la Puglia a ospitare il rigassificatore offshore al posto di Piombino. Su quel tema, però, l’amministrazione si è mostrata troppo timida, ma ora ha l’occasione di recuperare il tempo perduto. Davanti al prezzo del gas che impenna e alle famiglie e alle imprese in difficoltà, è assurdo dire non al rigassificatore».
Ma che cosa ne pensano i candidati pugliesi al Parlamento? Si mostra possibilista Davide Bellomo, consigliere regionale della Lega che non ha mai detto no ai rigassificatori. «L’impianto a Piombino non ne escluderebbe un altro in Puglia – osserva Bellomo, candidato alla Camera nel collegio di Bari – perché la crisi che ci troviamo ad affrontare è gigantesca e l’indipendenza energetica dalla Russia è un obiettivo che dobbiamo centrare al più presto». Secondo il consigliere regionale, prima di dire sì al rigassificatore bisogna aggiornare il Piano energetico ambientale regionale (Pear): «È un passaggio indispensabile – conclude Bellomo – Occorre mappare la Puglia e comprenderne le esatte esigenze a livello energetiche prima di adottare una decisione che, in ogni caso, dovrà essere partecipata, se non condivisa, dal territorio».
Dice no al rigassificatore, invece, Gianmauro Dell’Olio, senatore uscente del Movimento Cinque Stelle e ora ricandidato a Palazzo Madama: «Quella di Amati è una boutade della quale non si sente l’esigenza. La soluzione alla crisi non è il rigassificatore, ma l’ampliamento delle energie rinnovabili. Non possiamo continuare a utilizzare il gas come fonte primaria di energia, ma dobbiamo farlo fino a quando non sarà stata ultimata la transizione. Nel frattempo è solo sulle rinnovabili che dobbiamo investire».